Arriva Astro, new entry nella galassia dei tecno-prodotti Amazon.
E’ un robottino che gira per casa, resta connesso al cellulare e può fare ciò che già faceva l’assistente vocale Alexa. Ma a differenza del cubotto Alexa, è dotato di un display tipo iPad e cammina con la confidenza di un animale domestico.
Probabilmente, siccome Alexa non riusciva a carpire a sufficienza le nostre conversazioni, hanno pensato bene di renderla mobile; così ora l’aggeggio può registrare la nostra voce mentre corriamo in bagno e parliamo allo specchio dell’odiosa colite.
Alto come un labrador, è in grado di impostare delle videochiamate in movimento: in pratica possiamo parlare con la zia o il collega mentre ci spostiamo in cucina, ma a patto di ricordarsi di inclinare il display, se non vogliamo che il nostro interlocutore parli mezz’ora con i nostri polpacci che zampettano intorno ai fornelli.
Astro non sporca come un cucciolo, ma la sera se ne va a dormire e a ricaricarsi sulla sua base dove immagino ciucci una quantità di energia pari al fabbisogno giornaliero di una muta di husky da slitta.
Di nuovo, rispetto agli altri device Amazon, c’è che lavora anche da remoto – perfettamente in linea con le nuove direttive dello smart working. Questo significa che, pur essendo noi a colloquio con i professori delle medie, possiamo collegarci ad Astro e dirgli di mostrarci il disordine che hanno lasciato i nostri figli in camera o nel corridoio, ammesso e non concesso che il robot riesca a farsi strada fra una dozzina di scarpacce da ginnastica. E qui bisogna fare attenzione tutti, ma proprio tutti: coniugi annoiati, fidanzatini in fermento, ‘è-solo-un-amico’, perché Astro passa in silenzio per tutte le stanze, osserva chi è in casa in ogni momento, registra e trasmette… peggio di un investigatore privato.
Peccato non raccolga le briciole da terra mentre cammina, ma almeno non lascia giù ciuffi di peli che poi finiscono sotto ai divani.
Ultima grande dote: può portare oggetti da una stanza all’altra. Oggetti grandi al massimo come un pugno di matite, un barattolo. Che è poi quello che mancava a noi popolo di donne-madri-lavoratrici: non un robot che stira dieci camicie nel tempo di una nostra meritatissima doccia, ma un costosissimo automa che consegna una lattina di Fanta da figlio1 impallato su Tik-tok in cucina, a figlio2 abbandonato sul divano davanti a Netflix.
Jeff, ho una sola domanda: ma ce lo consegna il corriere o ci arriva a casa da solo?
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