Roberto Jonghi Lavarini, il “barone nero” coinvolto nell’inchiesta di Fanpage sui finanziamenti a Fratelli d’Italia, ha spiegato di appartenere a “diversi ordini cavallereschi cristiani” e precisa che il “gruppo esoterico” da lui nominato nel video di Fanpage “è solo una chat whatsapp, molto eterogenea, di appassionati di miti, tradizioni, misteri, ufo, magia, castelli infestati da fantasmi, Evola e Guenon, come Atlantide e le Piramidi, lo Yoga ed il Tibet. E, comunque, non siamo ancora riusciti a vederci di persona”. Un tipico esempio della densità giuridica dell’ultima fra le inchieste fiorite a due giorni dalle elezioni amministrative.
E come tralasciare il caso Morisi? Che gusto poter rimproverare all’austero e crucifero Salvini un ideale contrappasso contro chi ha sempre tuonato contro droghe ed immigrati, anch’essi coinvolti nella “oscura vicenda”, tanto oscura che a chiamare i carabinieri sarebbero stati gli stessi protagonisti.
Non se la passa meglio il Pd, che aveva a lungo puntato sull’immagine di Mimmo Lucano, il difensore degli ultimi, travolto da una sentenza che farà a lungo discutere e nel caso di Lucano probabilmente gli farà rimpiangere di essersi candidato con Luigi de Magistris, ex magistrato, ex sindaco di Napoli e forse l’uomo più inviso in Calabria ad una magistratura giudicante che non di rado ne ha denunciato i tratti semi-eversivi.
E che dire di Forza Italia e Italia viva, praticamente due punging ball delle procure di mezza Italia: ultimo caso pochi giorni fa la condanna al senatore di Forza Italia Marco Siclari.
Un calvario vero e proprio il rapporto, anche quello più recente, tra magistratura e politica. Una ferita riapertasi con dovizia di casi a pochi giorni di distanza dall’approvazione della cosiddetta riforma Cartabia, che prova a colmare il solco che dai tempi di Tangentopoli segna la frattura tra i due poteri che dovrebbero garantire uno Stato efficiente e libero.
E la politica cosa fa? Come risponde? Invece di mettere a tema l’involuzione della nostra democrazia, agisce come nel caso di scuola dei capponi di Renzo. Salvini difende Morisi attaccando Lucano. Il Pd grida allo scandalo neofascista. Forza Italia plaude all’assoluzione di Dell’Utri per assolvere preventivamente chicchessia. E il partito dei giudici, cioè il contrario della giustizia, torna a giocare la sua partita di potere dopo essersi disfatto del Palamara di turno. Fiat iustitia et pereat mundus. Sia fatta giustizia e perisca pure il mondo.
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