CANDIDATA PD MILANO POSTA SUI SOCIAL IL ‘SANTINO’: È VIOLAZIONE?
A Milano diventa un ‘mini caso’ il ‘santino’ pubblicato sui propri canali social da Diana Alessandra De Marchi, candidata nelle file del Pd come consigliera comunale (al secondo mandato consecutivo): il post con tanto di foto del ‘santino’ elettorale è stato pubblicato in pieno silenzio elettorale per le Elezioni Comunali a Milano scatenando qualche polemica nelle file avversarie.
Qui però si rileva ancora una volta la ‘falla’ legislativa tutta italiana sulla legge del silenzio elettorale che non coinvolge la macro-area del web per le regole di par-condicio e silenzi durante il voto. A contestazione manifestata da alcuni utenti su Instagram, è la stessa candidata al nuovo Consiglio Comunale di Milano a sostegno del sindaco Beppe Sala a replicare, «personalmente ritengo il rispetto delle regole prioritario come i miei colleghi, infatti tutti stanno pubblicando perché non é vietato! Se mi dici che è assurdo che ci siano regole diverse sono d’accordo, ma così è». (agg. di Niccolò Magnani)
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MELONI “AGGIRA” SILENZIO ELETTORALE IN SICILIA
La politica italiana è in silenzio elettorale dalla mezzanotte di venerdì, ma potreste non esservene accorti, a maggior ragione se siete assidui frequentatori dei social, dove leader di partito e candidati vari approfittano del “vuoto legislativo” inerente il web per lanciare gli ultimi appelli ad andare a votare (e qualcuno indica anche per chi!). Nelle ultime ore ha fatto poi discutere la mossa di Giorgia Meloni con la quale ha “aggirato” il silenzio elettorale.
La leader di Fratelli d’Italia ha parlato infatti a Vittoria, in provincia di Ragusa, senza commettere alcuna infrazione: vi starete chiedendo, la Sicilia è zona franca per quanto riguarda il silenzio elettorale? No, il punto è che essendo regione a statuto speciale ha fissato le amministrative per la prossima settimana (si vota il 10 e l’11 ottobre). Lì, insomma, il silenzio elettorale non è ancora scattato. E poco importa se Meloni nel suo comizio ha toccato argomenti di natura nazionale, anche delle polemiche degli ultimi giorni sulle inchieste giornalistiche contro Fratelli d’Italia. La Meloni ha tuonato parlando di una «polpetta avvelenata a pochi giorni dal voto amministrativo. (…) Tre anni di giornalista infiltrato per mandare in onda 10 minuti di video nell’ultimo giorno di campagna elettorale e sulle pagine dei giornali nel giorno del silenzio, in uno stato di diritto no sarebbe mai accaduto». (agg. di Dario D’Angelo)
SILENZIO ELETTORALE: SI CONCLUDE ALLE 14 DI LUNEDÌ 4 OTTOBRE
Questo fine settimana all’insegna del voto per molti italiani ingloba anche la tematica del silenzio elettorale, in merito al quale è bene effettuare un ulteriore approfondimento utile a chiarire le idee a coloro che non le avessero propriamente nitide in merito a tale tematica. Cominciamo con l’affermare che esso è scattato dalla mezzanotte di venerdì 1° ottobre 2021 e riguarda le Amministrative, le Regionali in Calabria e le suppletive alla Camera (collegio uninominale di Siena e uninominale di Roma-Quartiere Primavalle).
In breve, fino alla chiusura dei seggi, fissata per lunedì alle 15, è vietato fare campagna elettorale: una normativa che risale addirittura agli anni Cinquanta e che è stata aggiornata attorno alla metà degli anni Settanta, senza però comprendere l’intricato e variegato universo del web e dei social media, che all’epoca, naturalmente, non erano neppure in fase embrionale. La legge di riferimento è la 212 del 4 aprile del 1956, il cui articolo 9 recita: “Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché la nuova affissione di stampati, giornali murali od altri o manifesti di propaganda o l’applicazione di striscioni, drappi o impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresì, ogni propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”.
SILENZIO ELETTORALE, COS’È: NORMA AGGIORNATA, MA NON PER INTERNET…
L’aggiornamento alla legge sul silenzio elettorale è pervenuto per mezzo di un’altra legge, la numero 130 del 24 aprile, il cui articolo 8 dispone quanto segue: “Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda. Nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali. Chiunque contravviene alle norme di cui al presente articolo è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da lire 50.000 a lire 500.000”.
Ovviamente, in quel periodo il web non si conosceva ancora e, ad oggi, c’è una vera e propria falla legislativa sull’utilizzo delle piattaforme telematiche e sociale durante il voto. Come ricorda l’Agi, nel corso delle ultime elezioni europee sono state disposte dall’Agcom alcune linee guida inerenti alle piattaforme digitali, con le quali sono stati raggiunti accordi sulla parità di informazioni, ma non si tratta di norme espressamente relative al silenzio elettorale.