Durante il lockdown e i periodi di didattica a distanza, l’alimentazione dei più piccoli a casa è stata frequentemente irregolare, sbilanciata e priva di cibi nutrienti ed essenziali per la crescita, come, per esempio, frutta, verdure e pesce. Quasi un bambino su tre è aumentato di peso. E così, ora che, complice la campagna di vaccinazione, si affronta il ritorno in presenza sui banchi di scuola, il 76% dei genitori italiani guarda con favore alla riapertura delle mense scolastiche, in quanto consapevole del modello alimentare completo e di qualità fornito a scuola e del grande valore del pasto qui consumato in termini di salubrità, educazione al consumo consapevole, socialità e crescita personale. Una forte fiducia, insomma, che pure non prescinde da un naturale bisogno di chiarimenti rispetto a come verrà gestito il servizio in questa nuova fase.
È quanto emerge dalla ricerca “La ristorazione a Scuola: aspettative delle famiglie nel post-Covid e la desiderabilità/essenzialità del servizio”, condotta da Ipsos per l’Osservatorio Cirfood District con l’obiettivo di analizzare le abitudini alimentari delle famiglie italiane a casa, l’impatto del lockdown sull’alimentazione dei più piccoli e le aspettative e i bisogni dei genitori, rispetto alla ripartenza del servizio di refezione per l’anno scolastico 2021/2022.
“Oltre che dal punto di vista nutrizionale – afferma Chiara Nasi, Presidente di Cirfood, la Cooperativa Italiana di Ristorazione che, a pieno regime, serve ogni giorno 300mila studenti in oltre 450 Comuni in tutta Italia -, crediamo da sempre nella responsabilità sociale e formativa che il servizio di ristorazione scolastica ha nei confronti dei bambini, ma oggi più che mai, in un contesto in cui la povertà alimentare e la malnutrizione risultano essere in crescita esponenziale, intendiamo continuare a impegnarci affinché tutti possano accedere a un pasto sicuro e di qualità. Inoltre, è riconosciuto dalle famiglie italiane il valore economico e strategico del nostro settore, a riprova dell’importanza che ricopre per la ripresa del Paese”. Secondo gli intervistati, infatti, la ristorazione scolastica ha effetti positivi sulle imprese del territorio (88%), consente ai genitori di migliorare l’organizzazione familiare (74%) e favorisce l’occupazione femminile generando nuove opportunità lavorative (85%).
Un servizio prezioso, insomma, tanto che i genitori dei bambini che frequentano istituti dove non è presente lo reclamano: secondo la ricerca, l’84% di loro ritiene infatti la mensa essenziale in caso di tempo pieno. Ma anche in presenza di tempo scuola ridotto, oltre un genitore su due sarebbe interessato a usufruirne.
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