La Cina pare in transizione: da Conte d’Albafiorita (un ricco mercante che ha comprato un titolo nobiliare) a Marchese di Forlimpopoli (uno spiantato aristocratico). La citazione del Goldoni, che con genio porta sul palco l’ormai decrepita e indebitata aristocrazia, calza a pennello: nel 2001 il Dragone pareva un ricco borghese goffo al tavolo del Wto, oggi ci ricorda un Marchese con le toppe, che cena a lume di candela perché gli staccano l’energia elettrica.
Non vi è purtroppo esagerazione: porzioni di Cina industrializzata vanno a coricarsi utilizzando la candela e non la lampadina. Questo perché il gigante asiatico è in crisi energetica, con il prezzo del carbone alle stelle (in aggiunta c’è l’Australia che ha chiuso l’export verso Pechino).
Case prive d’energia elettrica, fabbriche chiuse e produzioni bloccate, negozi aperti ma “a candela”. Ben 17 province del Nord-Est della Cina sono in queste condizioni (in loco operano le fabbriche Apple) e rappresentano il 66% del Pil cinese. Il Dragone produce energia con il carbone (infatti insieme all’India inquina a più non posso…) e l’inasprimento degli standard d’emissioni si fa sentire. Il governo ha imposto dei limiti che hanno bloccato le produzioni, mandando la Cina in crisi, tanto da tagliarne la crescita del 7,8%.
Il crack Evergrande (nonostante le rassicurazioni da più parti per rassicurare i mercati) sullo sfondo non aiuta, ma i blackout hanno colpito perfino semafori, ascensori e illuminazione stradale, oltre al blocco delle ferrovie (e relativi scali delle merci). Produzione, quindi, che incide sul mercato globale, tanto da rivedere le stime di crescita da parte di Goldman Sachs.
I 305 miliardi di Evergrande pesano, perché – diciamolo a chiare lettere – dal 2018 tutte le società cinesi sono in orbita del Partito comunista e quindi, nonostante il governo prenda le distanze, di fatto la crisi investe in pieno le politiche economiche di Pechino.
La particolare situazione di Apple
Eson Precision Engineering, fornitore di componenti Apple, ha dichiarato che avrebbe fermato al produzione nella fabbrica di Kunshan, a ovest di Shanghai, per quasi una settimana. Eson ha parlato d’impatto significativo per la produzione, Apple ha preferito non emettere comunicati riguardo alle forniture globali di iPhone.
L’impatto economico sugli utenti non industriali arriva proprio mentre le temperature notturne scivolano verso il gelo nelle città più settentrionali della Cina. La National Energy Administration ha di fatto ordinato alle aziende fornitrici di carbone e gas naturale di garantire energia sufficiente a mantenere le case calde durante l’inverno.
Nella provincia di Liaoning la produzione di energia è diminuita significativamente da luglio e il divario di fornitura è così critico che i tagli di corrente riguardano le aziende industriali quanto le aree residenziali.
Dagli affari economici ai movimenti militari
Con la crisi dei chip e il delicato scenario di Taiwan, aziende come la Apple rischiano ritardi con conseguenti “montagne russe” in Borsa, vista anche la difficile situazione che ritarda le consegne a causa della pandemia (due navi commerciali bloccate causa Covid nel Pacifico).
Il motore del mondo, la Cina, soffre e arranca, portandosi dietro una serie di conseguenze imprevedibili anche per l’Occidente interconnesso alle produzioni del Dragone (sempre più tigre di carta).
Uno scenario geo-economico delicatissimo, che potrebbe portare Pechino a mettere le mani sulla tecnologia di Taiwan e a respingere i vari accordi sulle emissioni. La serrata nel Pacifico è iniziata e la Nato con Australia e Global Britain (sempre più lapalissiano) ha già iniziato il contenimento (l’export di carbone australiano bloccato verso la Cina…).
La Cina prepara una doppia mossa: una militare, spostando la propria flotta, l’altra economica, con la Via della Seta. La crisi economica, però, sembra sempre più favorire azzardi militari, non pochi su Taiwan e qualcuno da Pechino fa sapere come non si possano escludere movimenti verso Australia o Giappone. Uno scenario che preoccupa ben più della produzione bloccata della Apple.
Le cene a lume di candela nel 2021 non sono propriamente romantiche, soprattutto in Cina.
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