Una collana recente per le edizioni Dedalo, Le grandi voci, è già ricca di titoli interessanti, di temi affidati a personalità prestigiose che, «con testi brevi e vivaci […] trasmettono la loro passione e presentano le loro ricerche». Ha queste caratteristiche anche L’enigma del neurone giovane di Luca Bonfanti, docente di Anatomia Veterinaria all’Università di Torino e ricercatore al Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO). L’argomento è intrigante perché le ricerche sulla plasticità cerebrale potrebbero aprire nuove possibilità di curare patologie neurodegenerative e perché l’autore, insieme al suo gruppo di ricerca, ha recentemente rivelato nel cervello di individui adulti (in molte specie animali e anche nell’uomo) neuroni «immaturi»: cellule già presenti alla nascita che mantengono nel tempo le caratteristiche dei neuroni appena formati.
Il testo è relativamente breve (90 pagine) e non solo molto piacevole da leggere, ma anche stimolante sia per l’impianto storico controcorrente (non parte dalle prime scoperte di Ramon Cajal sulle cellule nervose ma dalle scoperte più recenti, andando a ritroso nella storia della scienza) sia per le riflessioni sulle caratteristiche della scienza e della divulgazione scientifica. Per esempio, a pagina 8, nel Prologo, troviamo: «C’è un fatto oggettivo, tuttavia, che viene spesso tralasciato o sottostimato: la scienza è complessa e non può essere spiegata oltre un certo limite alle persone che non hanno un’adeguata formazione. Sembra impopolare ma è così. Si può cercare di essere semplici, però non più semplici di quello che è il contenuto minimo del concetto da spiegare. E la scienza, che ci piaccia o no, è complessità: profonda, profondissima complessità. Si rischia quindi di distorcere il messaggio e di ottenere l’effetto contrario: confondere.» E nasce da subito la curiosità di vedere come l’autore si muove tra queste due opzioni.
Vediamo alcune scelte che rispettano la complessità: raccontare le controversie tra scienziati di correnti opposte (i neuroni giovani nell’uomo esistono per tutta la vita o solo in età giovanile); illustrare le più recenti scoperte sui neuroni giovani prospettando anche i problemi aperti e infine documentare le argomentazioni più importanti con gli articoli originali – a cui si può risalire attraverso i QR Code (18 in totale) presenti in parecchie pagine. Così la lettura non è proprio «facile», ma chiarisce tutto ciò che è «certo» e prospetta i limiti delle diverse ricerche.
Sono molto interessanti le considerazioni sulla neurogenesi comparativa descritte nel capitolo Nuove rivelazioni: neuroni immaturi sono presenti in molte specie animali (il topo, la pecora, il gatto …), perché, con quali caratteristiche? Come si collegano queste scoperte con la plasticità sinaptica generalmente riconosciuta? Riusciremo in futuro a mantenere efficiente il nostro cervello, per esempio conservando l’immaturità di alcune cellule o trovando addirittura dei «neuroni di ricambio»?
Da leggere con attenzione l’Epilogo, anche le ultime pagine in cui si motivano dal punto di vista delle neuroscienze alcuni consigli per mantenersi in buona salute, ma soprattutto perché si ribadisce, con parole definitivamente semplici, che il cervello non può contare sui meccanismi di ricambio cellulare che hanno altre aree del nostro organismo, perciò l’enigma che dà il titolo al libro rimane per i neuroscienziati «estremamente intricato e del tutto aperto» (pagina 87).
Il libro è adatto a tutti perché è come un romanzo e apre una finestra sulla scienza più attuale; chi ha qualche nozione di tipo biologico lo può rileggere rintracciando di volta in volta i diversi percorsi concettuali, in un tipo di analisi che può essere utile anche gli studenti di scuola superiore.
Luca Bonfanti
L’enigma del neurone giovane
Edizioni Dedalo, Bari 2021
Pagine 96 Euro 11,50
Disponibile anche in e-book a 7,99 €
Recensione di Maria Cristina Speciani