La trasmissione di Italia Uno, Le Iene, ha trattato nella puntata di ieri, la prima della nuova stagione, il caso del vaccino Reithera, il siero tutto italiano che avrebbe dovuto permettere al nostro Paese di avere un farmaco anti covid, ma la cui realizzazione non si è mai ultimata dopo che il progetto di fatto è naufragato. Eppure un anno fa il vaccino Reithera era stato annunciato con grande enfasi da politici e scienziati. Inizialmente furono messi sul piatto 8 milioni di euro, che restano ad oggi gli unici sborsati, visto che i restanti 80 previsti per il progetto, non sono mai stati sbloccati. “Roboanti dichiarazioni inziali – ricorda il giornalista de La Stampa, Paolo Russo, parlando con Le Iene – non solo del ministro della salute Speranza ma anche condivise dal direttore dell’Aifa, da Ippolito dello Spallanzani e dall’allora commissario Arcuri. Tutti innamorati nonostante il vaccino avesse passato solo la prima fase. Il problema è che i dati non sono stati commentati in maniera esaltante dagli altri scienziati italiani”.
Silvio Garattini, numero uno del Mario Negri, ha spiegato: “Fase 1 è stata incompleta e anche dei dati di fase 2 di pubblicato non c’è nulla”, mentre l’immunologa Antonella Viola, dell’università di Padova, ha aggiunto: “Abbiamo i dati ‘preprint’ di fase 1, nona ncora validati dalla comunità scientifica. Nel pre print vengono scorporati i pazienti di controllo, si distinguono persone guarite non ospedalizzate da coloro ospedalizzati. Il vaccino è poco efficace – prosegue – soprattutto considerando che ce ne sono già altri: se ci sono prodotti molto buoni il nuovo prodotto deve essere migliore. Hanno fatto una cosa furbetta? Un pochino si (riferendosi ai dati ndr) se prendiamo la fase 1 di Astrazeneca il gruppo di controllo è uno solo e la vaccinazione si avvicina ai livelli di questo gruppo. Della fase 2 non abbiamo ancora nulla in mano”. Intanto la macchina è proseguita fino al maggio scorso quando è arrivata la doccia fredda della Corte dei Conti che ha bloccato i milioni di euro per “giudizio di forma” in quanto “servivano maggiori dettagli sulla finalista dell’investimento”, specifica Russo. Secondo il collega de La Stampa: “La fase 3 non si avvierà mai se non pioveranno soldi miracolosamente dal cielo”. Reithera si è comunque offerta per creare il polo vaccinale produttivo italiano e 4 mesi fa il ministro Giorgetti aveva annunciato la nascita del polo, ma siamo a settembre e non c’è alcuna traccia del progetto. “In Francia – ricorda ancora Russo – è bastata una telefonata di Macron alla Sanofi per produrre il vaccino Pfizer e i giochi si sono chiusi”.
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ACCINO REITHERA CHE FINE HA FATTO: PARLA L’AD DELL’AZIENDA ROMANA
Le Iene sono quindi andate ad intervistare proprio Reithera per sentire la loro versione dei fatti, e l’ad ha spiegato: Ci sono arrivati solo 8 milioni di euro, i soldi qui non sono arrivati? Per validare i dati ci vuole tempo, i tempi più brevi per altri vaccini? Cosa che non ci ha fatto piacere. Efficacia più bassa? In una fase iniziale poteva essere minore, scorporare i risultati? E’ stata un’informazione in più e a fronte di quella prima presentazione i dati sono stati consolidati e verranno presto messi a disposizione”.
“I volontari (quelli che sono stati vacicnati con Reithera ndr)? Sono vittime come noi – ha proseguito – non possiamo che essere solidali. Non riusciamo a produrre vaccini? Nessuna delle aziende è venuta da noi, dovrebbe essere la politica? lo sta dicendo lei, noi abbiamo chiesto, non è successo nulla”. Intanto in Reithera è entrata Invitalia (Arcuri è l’ad ndr) “Ci ha messo il 15 milioni per il 27 per cento e dovrebbe lavorare assieme a Reithera sul progetto covid”, e il mistero si infittisce.