Andrea Orlando, ministro del Lavoro, è intervenuto sull’edizione del quotidiano “La Stampa” in edicola oggi, mercoledì 6 ottobre 2021, commentando la posizione di Matteo Salvini sull’ultimo atto di governo, che, a suo dire, “mette a rischio i fondi del Pnrr: quella del fisco è una riforma fondamentale, sulla base della quale va avanti il percorso del Pnrr”. Orlando non ha esitato a definire questo strappo “grave e preoccupante”, per giunta arrivato dopo la sconfitta alle urne rimediata dal Centrodestra. Il capodelegazione dem sostiene che ora, grazie alla netta affermazione del Centrosinistra in Italia, “adesso il Pd avrà più forza per chiedere il voto su leggi come il Ddl Zan”.
Il problema vero, però, a suo dire, è che Salvini ha alzato i toni con Draghi: “Tutte le forze politiche avevano soprasseduto sui loro obiettivi su un tema delicato come il fisco e si era convenuto di trovare un minimo comun denominatore sul documento votato in parlamento, che il testo della delega rispecchia fedelmente. Un fatto grave, che non possiamo far passare sotto silenzio”. Una valutazione figlia anche del fatto che sia stato disatteso del tutto un accordo politico di maggioranza, a giudizio di Orlando: “Parlare di accordi disattesi, di volersi riservare un giudizio, diventa una contestazione di merito. La posizione di Salvini è più difficile da comprendere ogni giorno”.
ANDREA ORLANDO: “DRAGHI INDEBOLITO DOPO IL KO DELLA LEGA? IO NON CREDO”
Il governo Draghi può essersi indebolito, a seguito del ko elettorale subìto dalla Lega? Secondo Orlando no: “Questo voto – ha affermato ancora su ‘La Stampa’ – premia chi ha sostenuto con più lealtà l’azione di governo e punisce chi, standoci dentro, ha avuto una posizione ambigua. Ognuno può trarne le conseguenze che crede. Io non vedo un indebolimento del governo. La condotta della Lega è dovuta a uno scontro interno”.
Successivamente, spazio a un’analisi sul risultato di questa tornata elettorale: “Il Pd ha vinto anche perché è stato unito, ma questo non impedisce una discussione necessaria sulla prospettiva e sull’identità politica del partito, un impegno che Letta ha assunto. Faccio notare che in due città su tre in cui abbiamo vinto al primo turno c’era l’alleanza con il M5s. Aver perseguito l’alleanza ci ha consentito di parlare con un elettorato che si era allontanato da noi”.