Un’ingiustizia la condanna a oltre tredici mesi di carcere: netto Mimmo Lucano. Una pena durissima quella inflitta all’ex sindaco di Riace, che ai microfoni di Otto e mezzo si è giustificato: «I reati che mi sono stati contestati sono molto gravi, ma la realtà non è così. Anche prima della sentenza, non ho mai voluto creare alibi, ma mi sembra tutto assurdo: la storia vera non è questa. Io ho cominciato a interessarmi di accoglienza per casualità, poi ho collaborato con un vescovo e tutto è stata conseguenza. Io in quel periodo ero fortemente per il riscatto della mia terra».
«Non ho mai preso soldi per me, basti guardare le trascrizioni degli atti», la difesa di Mimmo Lucano: «Le misure cautelari le ho per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato che hanno escluso questa volta, così da non sembrare un accanimento politico contro un’idea di accoglienza. C’è stata una persecuzione non verso di me come persona, ma dell’idea che rappresento».
MIMMO LUCANO: “RIFAREI TUTTO”
Mimmo Lucano ha denunciato una «denigrazione mediatica» nei suoi confronti, mettendo nel mirino chi sta «cercando di sostenere accuse per fare un quadro che non corrisponde alla realtà». «Io rifarei tutto, questo processo non ci doveva proprio essere: io ho messo la mia vita per dare un contributo alla mia terra», ha rimarcato Mimmo Lucano, visibilmente commosso: «Quello che mi fa più preoccupare non sono le sanzioni o il numero di anni di carcere, ma è il tentativo di denigrazione e delegittimazione morale, è come distruggere la mia anima. Io sono entrato dentro un sistema che vuole annullare un’idea che riguarda me e tantissime persone che ci credono. Io rivendico giustizia, con orgoglio: non posso accettare la denigrazione morale della mia immagine. Posso andare anche in carcere e pagare le sanzioni, anche se non ho soldi neanche per pagare l’avvocato».