Patrizia Pellegrino è stata ospite nella puntata di oggi di Uno Mattina in Famiglia. Insieme al padrone di casa, Tiberio Timperi, ha affrontato l’argomento legato agli orfanotrofi. Lei è mamma di tre figli, di cui uno, il primogenito, adottato. “Quando siamo andati a San Pietroburgo a conoscerlo e portarlo a casa con noi Gregory aveva tre anni”, ha spiegato l’ospite del programma di Rai1. “Era piccolissimo e mi ricordo, appena l’ho visto, di aver provato un senso di smarrimento perché ho desiderato così tanto avere un figlio che quando mi è stato davanti ero un pochino emozionata”, ha aggiunto.
Oggi ha 29 anni e su questa adozione Patrizia ha scritto un libro. A San Pietroburgo l’atmosfera è stata tutt’altro che piacevole: “Voi non avete idea di cos’è un orfanotrofio in Russia. La tristezza più assoluta, sembrava di entrare in una sorta di carcere militare”, ha svelato la Pellegrino. Qui i bambini giocavano in una stanzetta piccola, tutti ammassati, con pochi giochi rotti a disposizione. Quando lei e suo marito sono arrivati le è stato messo davanti Gregory: “Era un bambino delizioso, piccolo, molto fragile, bruttino assai devo dire, ma l’ho amato subito tanto da sembrarmi di averlo partorito in quel momento”, ha svelato.
Patrizia Pellegrino e l’adozione di Gregory
Una volta che Patrizia Pellegrino ha preso in braccio il piccolo Gregory, tutto davanti a lei si è cancellato: “Ho sentito la gioia profonda e il calore umano che mi dava quell’essere”, ha ammesso alla trasmissione di Rai1.
Eppure la burocrazia con le mille pratiche non è stata dalla loro parte: “Abbiamo lottato tantissimo, abbiamo aspettato quasi tre anni, stavano per scadere i documenti per l’adozione e stavamo per rifare tutto daccapo. Fortunatamente abbiamo trovato una donna che ci ha aiutato a trovare la strada”, ha raccontato. Di recente l’attrice Claudia Gerini si è espressa sul tema dell’adozione, domandandosi perché un single non possa farlo: “Io lo auguro a tutti i single”, ha replicato la Pellegrino. Il problema è legato alla legge italiana: “Quello che vogliono e chiedono gli assistenti sociali è un nucleo familiare completo. Io penso che possa esserci anche due papà o due mamme. Il problema è che vogliono una famiglia ben forte alle spalle che possa accudire questi bambini”.
Il ruolo dell’assistente sociale
A detta di Patrizia Pellegrino, compito dell’assistente sociale sarebbe quello di accertarsi che quando un bambino arriva in famiglia abbia un nucleo familiare solido: “Ha bisogno di tanto amore, di tante figure, tante persone che possano aiutarlo in un momento di difficoltà”. Secondo lei negli orfanotrofi i bambini hanno dei punti di riferimento solidi come ad esempio gli amici di gioco, sebbene in Russia abbia trovato una situazione tragica, ma suppone che lo stesso non accade altrove.
Per Patrizia lo Stato e le leggi italiane dovrebbero adeguarsi al cambiamento che stiamo vivendo “sia per quanto riguarda la facilità della legge che per tutto il resto”. L’esempio è dettato proprio da ciò che attualmente accade all’estero ed in particolare in America, dove sempre più soggetti celebri come Madonna, hanno potuto tranquillamente adottare, cosa che attualmente da noi resta impossibile compiersi.