Dopo poco meno di 12 ore di vera e propria paura, alla fine negli USA il famosissimo social cinese TikTok è tornato a funzionare (più o meno) correttamente su tutti i dispositivi per effetto della mediazione del presidente Donald Trump che nel pomeriggio di oggi – lunedì 20 gennaio 2025 – farà il suo ingresso ufficiale nello Studio Ovale della Casa Bianca prendendo il posto di Joe Biden: a quanto pare – e a breve lo approfondiremo nel dettaglio – proprio Trump sembra al lavoro per trovare una soluzione concreta per garantire la sopravvivenza dell’app cinese che proprio negli USA vanta il suo maggior bacino di utenza con 170 milioni di utenti registrati.
Partendo dal principio – e qui trovate l’approfondimento con tutti i retroscena – pochissimo giorni fa la Corte Suprema aveva vietato l’utilizzo di TikTok per gli utenti americani appellandosi a violazioni della privacy a causa della presunta vendita dei dati degli utenti statunitensi al governo cinese da parte dell’app: una legge fortemente voluta da Biden e che aveva concesso all’app un totale di 90 giorni per trovare un acquirente americano o europeo con una scadenza fissata nella giornata di ieri.
Cosa succede a TikTok: Donald Trump al lavoro per trovare una soluzione, ma il blocco potrebbe essere difficile da aggirare
Proprio ieri, nella primissima mattina – nonostante il ban sarebbe scattato solamente alle 23:59 – TikTok aveva smesso di funzionare su tutti i cellulari americani (sparendo anche dagli store) restituendo un messaggio nel quale si informavano gli utenti che l’app non era disponibile a causa di “bando entrata in vigore negli Stati Uniti”, ma aprendo al contempo anche al fatto che “fortunatamente il Presidente Trump ha indicato che lavorerà con noi ad una soluzione“.
Dal conto suo immediatamente Trump aveva condiviso un messaggio sul suo social Truth con scritto solamente “salviamo TikTok“, mentre qualche ora più tardi in un secondo messaggio si era detto pronto a firmare “lunedì un ordine esecutivo per estendere il periodo di tempo prima che le legge entri in vigore” al fine di trovare nel mentre “una soluzione per proteggere la nostra sicurezza nazionale”: l’idea di fondo è di concedere altri 90 giorni all’app cinese per creare una nuova joint venture che ne garantisca “una partecipazione americana del 50%“.
Resta – comunque – incerto il destino dell’app TikTok perché se da un lato molti credono che un ordine esecutivo presidenziale non possa scavalcare il volere della Corte Suprema statunitense, dall’altro non va dimenticato che fino ad oggi ByteDance non si è mai detta disposta a trovare un acquirente esterno alla Cina – il tutto fermo restando che anche il governo di Pechino si è opposto all’idea di trasferire la sua sofisticata tecnologia all’estero e che solamente al Dragone spetta l’ultima parola sull’eventuale joint venture -; senza dimenticare che probabilmente questa soluzione non assolverebbe alla legge approvata dalla Corte Suprema che prevede la vendita integrale dell’app.