Solo nell’ultimo anno, Papa Francesco lo ha già ribadito almeno in tre occasioni: «l’aborto è un omicidio» e su questo non si negozia. Non fa sconti alla “civiltà dello scarto” neanche nell’incontro stamane a Roma con i soci dell’associazione italiana di farmacisti (giunti nella Capitale per il 42esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie).
«Voi siete sempre al servizio della vita umana», introduce il Pontefice parlando durante l’Udienza in Vaticano, «questo può comportare in certi casi l’obiezione di coscienza, che non è infedeltà, ma al contrario fedeltà alla vostra professione, se validamente motivata. Ed è anche denuncia delle ingiustizie compiute ai danni della vita innocente e indifesa». In particolare sull’aborto, Papa Francesco si dice molto preoccupato per la piega ormai presa dalla cultura secolarizzata di questi anni Venti. «Sono molto chiaro, l’aborto è un omicidio e non è lecito diventarne complici», esclama il Santo Padre invitando i farmacisti, e più in generale tutti gli operatori del “settore”, «il nostro dovere è la vicinanza: stare vicino alle situazioni, specialmente alle donne, perché non si arrivi a pensare alla soluzione abortiva, perché in realtà non è la soluzione».
“L’OBIEZIONE DI COSCIENZA DENUNCIA INGIUSTIZIA”
Il Papa continua poi ad evidenziare le storture della “cultura dello scarto”, intimando i farmacisti a no farsi «intaccare» nello svolgere la loro professione: «E anche su questo bisogna essere sempre vigilanti. ‘Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. Noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo’». In merito all’obiezione di coscienza, Papa Francesco si fa ancora più netto nel passaggio finale del suo intervento, «Oggi c’è un po’ la moda di pensare che sarebbe una buona strada togliere l’obiezione di coscienza. Ma guarda che questa è l’intimità etica di ogni professionista della salute e questo non va negoziato mai, è proprio la responsabilità ultima dei professionisti della salute. Ed è anche denuncia delle ingiustizie compiute ai danni della vita innocente e indifesa». Davanti all’aborto serve la vicinanza, l’ascolto e il sostegno nei vari casi che si presentano, ma occorre anche essere sinceri, conclude il Santo Padre, «la vita, dopo 10, 20, 30 anni, ti passa il conto. E bisogna essere in un confessionale per capire il prezzo, tanto duro, di questo».