Italo, nipote di Marta Marzotto, è intervenuto in collegamento audiovisivo a “Oggi è un altro giorno”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Bortone e andata in onda nel pomeriggio di oggi, giovedì 14 ottobre 2021. Il giovane ha preso la parola da Londra, per ricordare la nonna assieme a Nicoletta Romanoff, presente in studio, e a Matteo Marzotto. Subito ha esordito con una frase importante: “Il ricordo che ho di lei è di una nonna esuberante, generosa e travolgente, tanto che da piccolo i nostri incontri creavano choc positivi in me. Si tratta di un commento positivo, nel senso che riusciva sempre a generare sorpresa e stupore in me”.
La presentatrice, tuttavia, ha voluto indagare ulteriormente sul rapporto che esisteva tra Italo e nonna Marta, chiedendo al ragazzo di fare un esempio concreto, che è subito stato fornito: “Una volta, ricordo che arrivò con un camion sul quale c’era un uovo di Pasqua gigantesco, alto due metri e spesso trenta centimetri. Abbiamo dovuto utilizzare i martelli per romperlo, eravamo estasiati. Fu un regalo decisamente impegnativo”.
ITALO, NIPOTE DI MARTA MARZOTTO: “MI STUPIVA IN POSITIVO”
Negli occhi di Italo, in collegamento con “Oggi è un altro giorno”, si è letto tutto l’amore che da nipote provava e prova ancora nei confronti della nonna Marta Marzotto. Il figlio di quest’ultima, Matteo, ha ricordato che “la mamma, checché se ne dica, è stata una donna coerente. Dopo i grandi pasticci tra fine anni ’80 e inizio anni ’90, io l’avrei accasata volentieri, invece lei non ha mai più voluto vedere un uomo. Chi parla a vanvera di mia madre, se guardasse i fatti suoi sarebbe più utile”.
Nicoletta Romanoff, poi, ha voluto dichiarare quanto segue: “Quando mi hanno proposto di accompagnare gli spettatori alla scoperta di Marta Marzotto, ho accettato immediatamente. È sempre stata una donna che mi ha ispirato, tutto questo senza conoscerla a fondo come ho imparato adesso. Lei era una donna ingestibile, libera, autentica. La parte più bella di lei non era la sua mondanità, né la sua bellezza esteriore. La parte più bella era l’interiorità”.