Raddoppio delle strutture gestite, con prospettive anche extra Italia; forte spinta sull’operating, anche con charter; sviluppo dei resort a brand TCI; adeguamento e aumento del capitale societario per supportare lo sviluppo che tende a quadruplicare a medio termine il fatturato.
Appuntamento attesissimo, accompagnato dal claim “In viaggio verso nuovi orizzonti”, l’altro giorno al TTG di Rimini (la tre giorni del salone dedicato al turismo, chiuso ieri), per la presentazione del nuovo asset e dei progetti per il futuro di TH Group. Un incontro che ha visto il direttore del TTG, Remo Vangelista, intervistare l’ad dell’impresa padovana Giuliano Gaiba, e i manager del gruppo Stefano Simei (direttore commerciale e marketing), Lorenzo Bighin (direttore centrale operating e risorse umane), Paolo Debellini (ricerca & innovazione), Giulio Contini (direttore della Scuola di ospitalità, varata da TH con Cdp e Ca’ Foscari), Alda Rosa Balzan (riferimento TH per la sostenibilità) e la new entry Alessandro Gandola, già con Gaiba in Eden Viaggi e Karambola, al quale è stato affidato la BU TO generalista, che va sotto il nuovo marchio “Baobab”.
A Rimini gli orizzonti dello slogan sono stati precisati. “Attualmente il nostro gruppo viaggia attorno ai 110 milioni di fatturato – ha detto Gaiba -, ma vogliamo arrivare ai 4-500 sul medio termine, seguendo precise linee guida di sviluppo. La nostra catena alberghiera oggi conta 32 strutture, che nel giro di cinque anni vogliamo raddoppiare, portando a 200 milioni il fatturato derivato. Le nostre strategie passano anche attraverso molti contatti con altre società, sia dell’hotellerie sia nel campo TO. Stiamo lavorando con almeno cinque player, e con alcuni di questi dialoghiamo di continuo, ma vogliamo scegliere attentamente la tipologia di persone con cui stringere rapporti, per mantenere intatti i nostri valori, che in questo gruppo sono forti e ben radicati. Il nostro quartier generale resterà a Padova, anche se non escludiamo di aprire nuove sedi in altri centri. Stiamo anche valutando la prospettiva della villaggistica nel mondo, sempre nella logica delle gestioni, anche a lungo raggio. Abbiamo in essere un piano importante con le banche e con gli stessi soci per dotare i nuovi progetti degli strumenti necessari per un percorso sicuro”.
Un percorso complesso ma entusiasmante. “In azienda abbiamo affrontato vari approfondimenti – ha puntualizzato Simei -, basati su analisi di mercato, valutando anche l’offerta di vari brand. Per noi il cappello è TH Group (non più TH Resorts), che raggruppa TO e hospitality, e in quest’ultima confluiscono TH Resorts e TCI, strutture alberghiere commercializzate e gestite interamente da noi. TCI è un brand storico, di grade qualità e valori: noi vogliamo tentare un ulteriore sviluppo, sempre all’insegna della più ampia sostenibilità. Oggi abbiamo tre strutture TCI gestite, ma stiamo lavorando a un progetto di rilancio. Poi c’è Markando, il nostro brand per i viaggi taylor made, su misura, targettizzato con itinerari anche complessi: anche per Markando abbiamo un importante piano di sviluppo, per implementare i sistemi, con prodotti facilmente vendibili ma anche con grandi esperienze personalizzabili. E adesso arriva Baobab, il nostro TO supportato anche con operazioni charter, con sistemi integrati da offrire alle agenzie di viaggio. Nei nostri programmi più immediati c’è la presentazione della nuova linea commerciale per tutti i brand, per tutte le nostre proposte”.
Tra tante novità in casa TH, spicca la nascita di Baobab, il TO generalista affidato ad Alessandro Gandola. “Baobab è un nome semplice, facile – ha detto Gandola – che richiama destinazioni esotiche: il baobab è un albero con solide radici, profonde. E noi vogliamo radicarci ed assumere dimensioni degne del nome. Il mercato del generalismo è dominante, vanno intercettati i clienti aiutando le agenzie di viaggio nel convincerli con risposte importanti. Le vendite saranno multicanale, e continueremo, con equità e pari diritti. Partiremo a Natale e Capodanno con l’Egitto, Sharm el-Sheikh e Marsa Alam. Poi arriveranno le Baleari, la Grecia e le Canarie. Per i charter abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, vista la quantità di aeromobili oggi costretti a terra. Ho l’orgoglio di essere riuscito ad avere con me Silvana Zanin, e altre due professionisti rodati e importanti, come Silvia Dichirico e Francesco Montrone. Baobab (piattaforma chiusa B2B) non si pone limiti: penso che vi sarà un rapido ritorno ai supporti professionali per il viaggio, con il rientro in agenzia di tutto quello che adesso si fa da soli”.
Anche la squadra di Baobab si sta insomma costruendo, per un gruppo che cresce anche nel suo organigramma. Proprio in questi giorni si è aperta la nuova acquisizione, il Carpegna Palace, un 4 stelle in centro a Roma, anche questo bisognoso di management e addetti. “In TH la scorsa estate hanno lavorato 4 mila persone – afferma Bighin -, tra mare, urban e montagna. Tutta gente che si era chiesta se ne valeva ancora la pena. Abbiamo saltato la scorsa stagione invernale, con pochissimi aiuti, senza cassa integrazione (non prevista per gli stagionali), solo con pochi bonus a fronte di imponenti uscite dal settore anche di figure professionali di buon livello, in fuga verso prospettive ritenute più solide. In TH stiamo vivendo un’enorme rivoluzione: non è più l’azienda che sceglie il dipendente, ma il contrario. Bisogna quindi essere attrattivi verso il capitale umano, con serietà, tenendo sempre sia ospiti che dipendenti al centro, con una solida carta di valori. Il resort è una delle poche attività dove il dipendente vive 24 ore al giorno all’interno della struttura: la centralità di ospiti e dipendenti è fondamentale”.
Fondamentale così come, per TH, è anche la sostenibilità. “Già prima della pandemia – ha detto Balzan – in TH si ragionava sulla sostenibilità, un percorso che oggi s’è rafforzato ancora di più. TH sarà la prima realtà a livello internazionale ad ottenere la certificazione di sostenibilità, un asset che procede di pari passo con l’innovazione”. “Anche se in Italia – ha aggiunto Paolo Debellini -sull’innovazione c’è ancora molto da fare. Spesso la tecnologia viene interpretata come strumento, e invece dev’essere un sistema, che è un viaggio più complesso, con obiettivi chiari e misurabili, anche a piccoli passi, sempre continuando nello sviluppo. TH, per suo conto, ha già abbracciato la rivoluzione digitale, che mette tutti in grado di ottimizzare i processi interni”. Bene la tecnologia, bene la digitalizzazione, ma alla fine sono sempre le persone a fare la differenza. “In Italia la formazione è stata lasciata un po’ indietro nel settore hospitality – ha concluso Contini -: in Svizzera ci sono 11 hight school, e numerose sono anche in Spagna. Adesso finalmente grazie a TH e Cdp è nata la fondazione della Scuola italiana di ospitalità, fortemente sostenuta dal presidente TH, Graziano Debellini. Abbiamo varato a Venezia un corso di laurea professionalizzante con Ca’ Foscari, tutto in inglese (serve la certificazione B2): nell’arco di tre anni ci saranno tre stages diversi, con lezioni tradizionali da mettere subito in pratica grazie alle skill acquisite. Il progetto era nato pre-Covid, per un numero chiuso di 50 posti. Il lungo iter burocratico s’è concluso solo a fine aprile, ma in breve sono arrivate più di 150 richieste d’iscrizione, dall’Italia ma anche da altri 18 Paesi sparsi in quattro continenti. L’interesse, insomma, non manca”.
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