Green pass senza vaccino? Allora si finisce a lavorare nel deposito tra rifiuti ed escrementi di animali. È quel che purtroppo è accaduto in un’azienda del Nord, in Lombardia. Dopo l’introduzione dell’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro, è stata inviata a tutti i dipendenti una comunicazione ufficiale per comunicare loro che l’ingresso in sede è consentito solo per coloro che si sono vaccinati, mentre gli altri – cioè coloro che hanno il green pass da tampone – non possono lavorare nei soliti uffici o nella propria area di lavoro, ma in un distaccamento dell’edificio principale, che non è altro che un deposito di materiale industriale dove ci sono rottami con scrivranie improvvisate e appunto escrementi di animali.
«La presente per ricordare ai Sigg. Dipendenti che l’accesso nella sede di Via XXXXX è consentito solo con il Green Pass da vaccino in corso di validità. Pertanto i lavoratori non provvisti di tale certificazione potranno accedere alla sede ubicata in Via YYYYY presentando Green Pass da tampone in corso di validità», questo il testo della comunicazione ufficiale.
“ABBIAMO SEPARATO CHI È SICURO DA CHI…”
Un’assurda discriminazione, visto che in primis il datore di lavoro non è tenuto a sapere per ragioni di privacy se il green pass è ottenuto dopo la vaccinazione anti Covid o per il tampone. Di sicuro non è difficile dedurlo, in quanto il green pass da tampone viene emesso ad ogni test, mentre quello da vaccino è lo stesso che si scarica dopo la vaccinazione. D’altra parte, si impone una discriminazione sul posto di lavoro tra soggetti vaccinati e “tamponati” che è a dir poco incomprensibile. I dipendenti discriminati hanno quindi realizzato un video in cui documentano tutto. Le immagini mostrano materiali d’ufficio dismessi e ammassati, rifiuti, ma soprattutto un ambiente non igienizzato.
L’azienda, inoltre, ha anche vietato qualsiasi contatto tra i dipendenti che lavorano nella sede principale, pena una «contestazione» disciplinare. In un’altra nota, invece, si vieta l’accesso alla mensa aziendale ai non vaccinati. «Abbiamo separato chi è completamente sicuro da chi è a sicurezza limitata», la spiegazione del titolare all’Ansa. Riguardo invece le condizioni della sede: «Non l’ho controllata di persona».