Pierpaolo Sileri, sottosegretario al Ministero della Salute, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, in onda su Radio Cusano Campus. L’esponente medico e politico ha parlato innanzitutto del Green Pass, evidenziando che ci si interroga già sulle possibili date per la sua rimozione, viste anche le proteste esplose a seguito della sua obbligatorietà sul luogo di lavoro, ma “io credo che sarà l’ultima cosa che andrà tolta. Le discoteche non sono ancora aperte al 100%, così come gli stadi, quindi non è ancora tutto aperto oggi…”.
Sileri ha rammentato quindi l’importanza di incamerare il prima possibile altri pezzi di libertà e di guardare successivamente che cosa accade: “Dovremo poi togliere la mascherina e vedere cosa succederà, poi potremo anche pensare di rimuovere il Green Pass, ma di certo non oggi. Bisogna procedere con gradualità”. Discorso analogo per la terza dose di siero anti-Covid: soltanto la scienza, con il passare dei mesi, potrà indicare con certezza se, con il passare dei mesi, chi si è vaccinato per primo ha un’immunità ancora presente oppure no. “È verosimile che un richiamo dovranno farlo tutti, ma ci dirà la scienza se e quando”, ha chiosato il sottosegretario.
PIERPAOLO SILERI: “PROROGA STATO D’EMERGENZA? DIPENDE DAI CONTAGI”
Nel prosieguo del suo intervento su “Radio Cusano Campus”, Pierpaolo Sileri ha asserito che il prolungamento dello stato di emergenza dipenderà dai contagi: “Se dovessimo avere i contagi ancora in discesa, se non dovessero esserci varianti, allora non servirà prolungare lo stato di emergenza. Io al momento sono ottimista sull’andamento dell’epidemia, però bisogna osservare ciò che accade. Nuove ondate ci saranno, ma saranno contenute e riservate prevalentemente ai non vaccinati. Ciò non toglie che anche tra i vaccinati potrà esserci un aumento, anche se minore”.
Sileri ha quindi concluso dicendo che occorre fare distinzione tra “il no vax puro, che non sa quello che dice e che parla di microchip sotto la pelle, e le persone che sono dubbiose e impaurite. Nel secondo caso, esiste molto spazio di dialogo. Le farmacie alle persone che fanno il tampone offrono anche la vaccinazione: si tratta di un modo per mettersi accanto alla persona e parlarci”.