Secondo Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, il calcio deve essere profondamente rinnovato, e non solamente quello italiano. Parlando stamane con il quotidiano il Corriere della Sera, l’ex storico dirigente di Juventus e Sampdoria è tornato sul famigerato progetto Superlega, a cui l’Inter aveva deciso di aderire: “La Superlega è un grido d’allarme – specifica l’esperto dirigente – di disperazione, di alcune società con un forte obiettivo competitivo. Va rivisto il modello organizzativo”. Quindi Marotta aggiunge, sempre soffermandosi su quell’ambizioso progetto: “Nella forma potevamo agire meglio, ma il fine giustifica i mezzi. Covid e indebitamento affogano i club. La difficoltà è coniugare i concetti di business e meritocrazia”.
Negli scorsi giorni il numero uno della Fifa, Gianni Infantino, ha ribadito la possibilità di un campionato del mondo di calcio ogni due anni, ma tale idea e l’aumento del numero di partite, non sembra entusiasmare più di tanto Marotta: “Il rischio d’impresa è dei club, se Fifa e Uefa vogliono rimodellare il calendario lo tengano presente. La Champions nel 2024 aumenterà di 100 partite. La Fifa vuole il Mondiale biennale: ma la tutela delle società dov’è? Se ti do un giocatore per due mesi perché devo pagarlo io? Mondiale biennale? Sono contrario. Significa limitare le attività dei club e aumentare l’usura e il rischio di infortunio dei calciatori”.
BEPPE MAROTTA: “LEGHE INFERIORI IN PIEDI SOLO AD UN CONCETTO DI ASSISTENZA”
Di conseguenza, secondo il dirigente dell’Inter, la strada da percorrere sarebbe quella di ridurre gli impegni, e il primo step sarebbe tornare alla Serie A 2003-2004, quella a diciotto club: “Si deve scendere a 18 squadre e non solo. Le leghe inferiori stanno in piedi grazie a un concetto mutualistico di assistenza. Per le leghe minori si potrebbe reintrodurre il semiprofessionismo”.
Il calcio è decisamente in difficoltà e i due anni di covid lo hanno praticamente messo in ginocchio evidenziando numerosi problemi: che la ricetta di Marotta sia quella giusta? Chissà che le sue parole non arrivino ai “piani alti”…