A contrastare le incertezze sui mercati un primo passo avanti è avvenuto nel corso dell’ottava che ci lasciamo alle spalle. Il governatore della Fed, Jerome Powell, ha aggiornato la comunità finanziaria sul tanto temuto scenario inflazionistico: gli attuali livelli alti rimarranno per una buona parte del prossimo anno, ma, allo stesso tempo, ci si aspetta un loro ridimensionamento fino al target del 2%. Nonostante questa condivisibile aspettativa, i termini della stessa riduzione, però, non ancora sono chiari. La scorsa settimana finanziaria vede comunque una conclusione in territorio positivo per mercati azionari (rif. MSCI World Usd) che, favoriti dall’ennesimo record registrato da Wall Street (rif. S&P 500), hanno conseguentemente avvicinato i loro massimi storici.
Di fatto, questa notizia era verosimilmente plausibile già nel corso della precedente tornata settimanale; «l’ipotesi di un ritorno dei prezzi ben oltre gli attuali massimi storici non può essere esclusa»: questa la recente indicazione attraverso il nostro consueto outlook settimanale che, grazie all’ottenuto rialzo di oltre un punto percentuale (+1,34%) sul principale benchmark azionario MSCI World Usd, vede pressoché confermata la precedente auspicata direzionalità del mercato.
Osservando la dinamica dei prezzi nel corso delle ultime otto giornate si possono riscontrare sette consecutive chiusure giornaliere positive e solo l’invariato epilogo daily al termine della trascorsa ottava ha impedito la serie completa di otto su otto. Appare fondamentale l’inizio dell’odierna giornata: qualora i mercati azionari dovessero replicare lo scorso buon inizio weekly, è facile individuare nuovi massimi sull’indice MSCI World Usd con primo target rialzista a quota 3.185,88 punti. Un possibile scenario interlocutorio prima di questa potenziale ascesa, potrebbero giungere a seguito di un ritracciamento in prossimità di area 3.114,1: fondamentale la tenuta di questo importante supporto dinamico poiché una sua violazione agevolerebbe il downside dei corsi oltre la temuta soglia rappresentata dalla media mobile a 50 osservazioni (quota 3.096,16 punti).
Ennesima conferma sul quadro tecnico (negativo) che vede coinvolto il mercato obbligazionario e il suo principale rappresentante: l’indice JPM GBI Gl. Usd termina la propria ottava poco al di sotto della parità a -0,185%. Qualora non si dovesse assistere a una ritrovata fase di acquisti (con obiettivo superiore a 582,22), il destino della componente governativa risulta inesorabilmente scritto attraverso il raggiungimento della già indicata soglia in corrispondenza di 575,43 punti.
Le materie prime (rif. CRB Index) hanno vissuto una settimana all’insegna del consolidamento con un’impercettibile flessione dello 0,665%. Il nostro precedente outlook conservativo sulle commodities viene riconfermato e – analizzando il solo contesto grafico – viene individuata area 232,227 punti quale primario step per un successivo allungo rialzista oltre gli attuali livelli. Sul fronte energy, il petrolio (rif. WTI) sembra poter concretizzare un ulteriore incremento con primo target oltre quota 86,29 dollari mentre, il suo “derivato” heating oil, potrebbe subire una prima fase di volatilità con possibile downside in direzione di soglia 250,32. Sul gas naturale, invece, si attendono conferme (posizionamento flat) che potranno arrivare già nel corso delle prossime sedute. Nel basket metals l’argento ha beneficiato di un ulteriore e significativo incremento anche in queste ultime giornate: la chiusura dell’intera posizione detenuta appare doverosa poiché potenzialmente oggetto di ridimensionamento causa di una fisiologica fase di prese di profitto. Particolare attenzione al rame che, in caso di quotazioni inferiori a quota 449,80, potrebbe registrare nuovi minimi in prossimità di soglia 434,97.
L’intero contesto valutario – rappresentato dall’insieme dei cross da noi monitorati (Eur/Usd, Gbp/Usd e Usd/Jpy) – non offre una chiara prospettiva di brevissimo termine. Al momento, sui rapporti Gbp/Usd e Gbp/Jpy si potrebbero riscontrare ribassi pari a un comune ammontare di poco inferiore all’unità: ad almeno -0,87% corrisponde il potenziale take profit rispetto alle chiusure settimanali di entrambi. Nessuna strategia sul principale cross (rif. Eur/Usd) sul quale si attendono ulteriori elementi a supporto delle nostre scelte.
In attesa delle prossima riunione (a inizio novembre) che vedrà nuovamente il presidente della Fed sotto i riflettori per l’eventuale annuncio del tanto atteso tapering, privilegiamo – ancora una volta – la prudenza all’opposto intento di voler anticipare il potenziale andamento del mercato. Pertanto, per le strategie operative indicate, andremo a sottopesare il singolo posizionamento mediante un’esposizione parziale (pari a un terzo) rispetto a quella ideale: inficiare i rendimenti finora conseguiti sarebbe un errore imperdonabile in questo momento dell’anno.
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