Dal 27 ottobre al 3 novembre la ventunesima dizione del TSFF-Trieste Science+Fiction, organizzato dall’associazione La Cappella Underground, porta nel capoluogo friulano le migliori produzioni di genere fantastico, con oltre 40 anteprime cinematografiche mondiali, internazionali e nazionali. Quest’anno, dopo l’edizione interamente in streaming dello scorso anno, il festival avrà luogo con modalità di partecipazione ibrida, sia online che dal vivo, in tre diverse sale: il Politeama Rossetti, il Cinema Ariston di Trieste e la Sala Web di SciFiClub, la piattaforma streaming permanente curata dal Science+Fiction su MYmovies. Molto conveniente la possibilità per gli appassionati di partecipare online al più importante festival di fantascienza italiano spendendo meno di 10 euro per vedere oltre 40 film.
Il film di apertura, nella serata del 27 ottobre, sarà il francese The Last Journey di Romain Quirot con Jean Reno, film di fantascienza che affronta le tematiche ambientali. Subito dopo verrà proiettato il film Night Raiders di Danis Goulet con Amanda Plummer, disponibile anche in streaming. Il film è ambientato in un’America distopica governata da una dittatura militare dove i bambini appartengono allo Stato. Una madre con l’aiuto di una banda di clandestini cerca di penetrare in un’accademia di Stato per liberare il figlio.
È un’anteprima nazionale prestigiosa quella di Annette di Leo Carax che è stato il film d’apertura dell’ultimo festival di Cannes. A Los Angeles, giorni nostri, Henry (Adam Driver) è uno stand up comedian dall’umorismo tagliente mentre Ann (Marion Cotillard) è una cantante di fama internazionale. Sotto i riflettori, sono la coppia perfetta, sana, felice e affascinante. La nascita della loro prima figlia Annette, una bambina misteriosa con un dono eccezionale, cambierà le loro vite.
Altrettanto prestigiosa è l’anteprima italiana del film Zeroes and Ones di Abel Ferrara, già premiato a Locarno, che riceverà il premio alla carriera durante il festival. Il film, in una Roma apocalittica, in un Vaticano bombardato, segue un militare americano (Ethan Hawke) in un mondo di paura, paranoia e, forse, speranza.
È veramente originale e con un sorprendente finale l’islandese Lamb dove una coppia di allevatori di ovini cresce come un figlio un bambino partorito da una pecora.
Il sudafricano Settlers di Wyatt Rockfeller è un fanta-western ambientato su Marte dove una coppia di “agricoltori” difendono dall’assalto di misteriosi sconosciuti la loro fattoria. La storia è vista attraverso lo sguardo della loro piccola figlia Remmy.
Absolute denial, film d’esordio dell’inglese Ryan Braund, è un eccezionale film d’animazione prodotto durante il lockdown con oltre 30.000 disegni tutti realizzati a mano. Il protagonista è un geniale programmatore che costruisce un computer molto più intelligente di lui con il quale si dovrà scontrare.
The Pink Cloud è un film profetico. Due amanti occasionali vengono costretti da una nube rosa a rimanere chiusi in casa e a convivere. La regista brasiliana Iuli Gerbase ha ideato questo suo film d’esordio nel 2017, quando il lockdown era una ipotesi da fantascienza. Anche nel film argentino El Nido di Mattia Temponi una coppia improbabile, una diciottenne e un volontario quarantenne, si ritrovano chiusi in un rifugio mentre fuori c’è un’epidemia, un virus che trasforma le persone in bestie feroci. Purtroppo uno dei due mostra i segni dell’infezione e l’altro deve decidere che fare.
In Witch Hunt di Elle Callahan si immagina che la stregoneria e la magia siano proibite e bandite dalla società americana. Una giovane studentessa, la cui famiglia fa parte di un’organizzazione che aiuta le streghe ad attraversare il confine degli Stati Uniti per ottenere asilo in Messico, tiene nascoste due giovani streghe all’interno dei muri della casa. Mentre il cerchio dei cacciatori di streghe si stringe attorno a loro la ragazza scopre di avere in comune con queste streghe più di quanto immaginasse.
Sicuramente imperdibile anche la surreale commedia fantasy Strawberry mansion che arriva dal Sundance, ambientato in un mondo in cui tutto è monetizzato e colonizzato dalla pubblicità e il governo tassa anche i sogni. Il protagonista è un esattore che deve indagare sui sogni di una anziana eccentrica che alla fine lo travolgeranno.
Torniamo nello spazio con Warning dell’americana Agata Alexander, che racconta,sullo sfondo della storia di un astronauta disperso nel cosmo, le storie di una Terra dove i robot sono accessori comuni e i vecchi robot vengono abbandonati per strada e finiscono in centri di raccolta come se fossero animali domestici.
La sezione Spazio Italia è dedicata alle produzioni italiane di genere fantastico. Verranno proiettati alcuni lungometraggi e moltissimi cortometraggi. In A volte nel buio di Carmine Cristallo Scalzi, una comunità affetta da una misteriosa malattia vive sperduta in montagna, ma vede in un bambino sano una possibilità di redenzione. Il rapimento del piccolo scatenerà la terribile reazione degli abitanti. Ne La terra dei figli di Claudio Cupellini la fine della civiltà è arrivata. Un uomo e suo figlio di quattordici anni vivono isolati su una palafitta. Evitano gli altri uomini che sono pericolosi. Il padre scrive su un quaderno i propri pensieri. Ma il padre muore e il figlio analfabeta inizia un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno che sappia interpretare quei segni indecifrabili.
Fra i corti italiani si segnala Dorothy non deve morire che vede come protagonisti un’anziana Dorothy, che vuole incontrare il Leone, l’Uomo di latta e lo Spaventapasseri del mago di Oz . Si segnala anche il documentario Inferno rosso di Manlio Gomarasca e Massimiliano Zanin che racconta la vita folle e spericolata di Aristide Massaccesi, in arte Joe D’Amato, un uomo dai mille pseudonimi, capace di realizzare oltre duecento film ricoprendo contemporaneamente i ruoli di produttore, regista, autore, direttore della fotografia e persino operatore di macchina. Il film è dedicato a un artigiano del cinema, come amava definirsi lui, capace di spaziare tra tutti i generi cinematografici tra i quali horror e fantascienza.
Il TSFF presenta anche una rassegna sul cinema fantastico svizzero. Si tratta di 14 film, 7 lungometraggi e 7 cortometraggi, che forniscono un quadro esaustivo della vitalità del cinema fantastico elvetico specialmente negli ultimi anni.
Tra i film in programma due classici della fantascienza svizzera degli anni ’60 e ’70, recentemente masterizzati. La vergine di Shandigor (1967) di Jean-Louis Roy, nel quale uno scienziato che ha scoperto come rendere innocue le bombe atomiche deve difendere se stesso e la propria famiglia dagli attacchi di organizzazioni criminali e spionistiche, che tentano di impadronirsi della sua invenzione. Grauzone (1979) di Fredi Murer, è invece un intrigante mockumentary in cui una giovane coppia dovrà affrontare una misteriosa epidemia che il Governo cerca di insabbiare. È un ritratto impressionante della società del controllo elvetica.
Gli altri cinque lungometraggi sono tutte anteprime inedite in Italia che testimoniano la ripresa del genere fantastico in Svizzera negli anni 2000 attraverso visioni originali e particolarissime. Nel film Apocalypse (2011) il regista Tim Fehlbaum mette in scena una battaglia per la sopravvivenza, in un futuro in cui una tempesta solare ha reso la Terra inabitabile e dove infuriano guerre per il possesso dell’acqua. In Chimères (2013) di Olivier Beguin il protagonista comincia a subire strani cambiamenti a seguito di una trasfusione di sangue. L’oscuro Tiere – Animals (2017) di Greg Zglinski vede protagonista una coppia in crisi che, dopo aver investito una pecora lungo una strada di montagna, si ritroverà al centro de eventi inquietanti. Con Lei particules (2019) il regista Blaise Harrison esordisce con un film su un gruppo di adolescenti alle prese con strani fenomeni causati da un acceleratore di particelle. Infine, il film di Simon Jaquemet The Innocent (2018) racconta un viaggio allucinante all’interno della mente di una donna.
Il festival festeggia quattro anniversari di quattro pietre miliari del genere sci-fi attraverso una serie di imperdibili proiezioni dal vivo. Il primo anniversario sarà quello di 1997 – Fuga da New York (1981), capolavoro di John Carpenter e intramontabile cult fantascientifico, che quest’anno compie i suoi primi 40 anni e nel quale uno straordinario Kurt Russel interpreta Jena Plissken, impegnato a salvare il presidente degli Stati uniti precipitato a New York che è divenuta un immenso carcere. Compie 40 anni anche Un lupo mannaro americano a Londra diretto e sceneggiato da John Landis, un mix riuscitissimo tra terrore e humor nero, pietra miliare del new horror, che ha rivoluzionato la figura del licantropo sul grande schermo. Verrà poi proiettata la versione restaurata di La morte in diretta (1980) di Bertrand Tavernier, recentemente scomparso. Si tratta di un film eccezionale, magnificamente interpretata da Romy Schneider, Harvey Keitel, Harry Dean Stanton e Max von Sydow, che, anticipando di almeno vent’anni l’era dei reality show, racconta la vicenda di una scrittrice alla quale viene diagnosticata una malattia terminale e che accetta di farsi riprendere fino alla morte. Quando cambia idea e fugge incontra un uomo che sembra aiutarla, ma che invece la sta riprendendo in diretta, perché ha una telecamera innestata negli occhi. L’ultimo classico che verrà proiettato e che ha ormai 50 anni è L’uomo che fuggì dal futuro – THX 1138 (1971), film d’esordio di George Lucas con protagonista Robert Duvall, il quale interpreta THX 1138, un uomo del XXV secolo, quando ogni emozione sarà proibita e il protagonista commette un crimine innamorandosi.
La sezione Mondo Futuro prevede incontri con esperti e divulgatori sul futuro del pianeta che potranno essere seguiti sul canale YouTube del festival ma anche dei documentari. Sono imperdibili in particolare Alien on stage e Glitch in the matrix. Alien on stage documenta la realizzazione dell’adattamento teatrale del film Alien messo in scena, con un esito fallimentare, da improvvisati attori, in maggioranza autisti di autobus del Dorset. Dopo l’insuccesso, la compagnia amatoriale ha però la possibilità di riscattarsi rappresentando il loro omaggio addirittura in un teatro del West End di Londra. Glitch in the matrix tratta seriamente l’ipotesi della simulazione e cioè l’idea, che affascina da sempre molti filosofi ed è argomento di molti film e libri di fantascienza, che la realtà non esista ma sia solo una simulazione come in un videogioco.
L’attrice, regista e sceneggiatrice Sabina Guzzanti presenterà al TSFF domenica 31 ottobre il suo romanzo d’esordio 2119. La disfatta dei sapiens (HarperCollins,2021) che è un romanzo di fantascienza ambientato nel secolo XXII in un mondo dove vivono milioni di miliardari e sopravvivono miliardi di poveri migranti in campi d’accoglienza sui pochi lembi di terra non sommersi. Il Web è controllato da multinazionali e le informazioni sono gestite da robot. L’unico organo di informazione libero e scritto da giornalisti umani è Holly dove lavora Tess, che cura una rubrica sui gattini. Lei e gli altri giornalisti forse potranno ritardare la catena degli eventi che potrebbe portare alla fine dei Sapiens.
Completano il ricco ologramma esposizioni, workshop, laboratori e iniziative per i professionisti, per gli studenti e per tutta la famiglia che rendono Trieste Science+Fiction Festival un immancabile viaggio nel futuro per gli appassionati della fantascienza di ogni età.
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