L’Istat ha pubblicato ieri le stime preliminari del Pil relative al terzo trimestre dell’anno e il dato conferma l’ottimo grado di recupero degli effetti della pandemia, che potrebbe persino giungere a un completamento anticipato già nel prossimo trimestre. Ecco i principali risultati emersi ieri:
1) Nel terzo trimestre del 2021 si stima che il Prodotto interno lordo, espresso in termini reali e corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,8% in termini rispetto allo stesso trimestre del 2020.
2) Entrambi i dati sono migliori rispetto a quelli stimati per l’intera Eurozona. Nei 19 Paesi che adottano l’euro, infatti, la crescita è stimata dall’Eurostat nel 2,2% rispetto al trimestre precedente e del 3,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
3) Il dato italiano sarebbe stato reso possibile dal lato della domanda grazie a un contributo positivo sia delle componenti nazionali al lordo delle scorte che della componente estera netta. Dal lato dell’offerta, invece, vi sarebbe stata una crescita del valore aggiunto sia nell’industria che nei servizi, solo in parte attenuata da una riduzione nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca.
4) La variazione del Pil già acquisita per l’intero anno 2021 è pari a +6,1%, dunque realizzando con un trimestre di anticipo l’obiettivo indicato dal Governo nei documenti di politica economica (in ultimo la nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza). Questo è il valore che si verificherebbe nella media del 2021 se il Pil restasse completamente fermo nell’ultimo trimestre dell’anno, ipotesi che è però del tutto irrealistica. Chiuderemo in conseguenza con diversi decimali sopra il 6,1%, tanto che il valore del 6,5% appare decisamente alla portata.
5) Una crescita nel quarto trimestre pari solo all’1,4% ci permetterebbe nello stesso tempo due obiettivi significativi: chiudere il 2021 con una crescita media del 6,5%, come ipotizzato al punto precedente, e, soprattutto, ottenere un pieno recupero degli effetti della pandemia riportando il Pil dell’Italia allo stesso livello raggiunto nell’ultimo trimestre del 2019, prima che il virus si abbattesse sul nostro e sugli altri paesi.
Anche se quelle pubblicate ieri sono stime provvisorie, soggette a possibili correzioni quando tra un mese saranno noti i dati completi, il carattere positivo del dato non potrà essere oggetto di ridimensionamenti significativi.
Il terzo trimestre è andato meglio rispetto agli altri maggiori paesi
Su base annua il terzo trimestre è andato meglio per l’Italia rispetto agli altri maggiori Paesi dell’Unione europea: rispetto al terzo trimestre 2020 il 3,8% dell’Italia si confronta con il 3,3% della Francia, il 2,7% della Spagna e il 2,5% della Germania. Meglio dell’Italia han fatto quattro Paesi i cui dati provvisori sono stati egualmente resi noti ieri: il Portogallo, la Svezia, il Belgio e l’Austria, tutti con dati tendenziali compresi tra i quattro e i cinque punti percentuali.
Grafico 1 – Tasso di crescita del Pil reale nel III trim. 2021
Fonte: Istat, Eurostat
Quanto abbiamo recuperato della caduta della pandemia?
Come in precedenti occasioni ci domandiamo quanto abbiamo sinora recuperato della caduta prodotta dalla pandemia nel corso del primo semestre del 2020 e quanto ci resta ancora da recuperare per raggiungere il livello del Pil reale del quarto trimestre del 2019. Il Grafico 2 illustra questi dati per i principali Paesi, ordinandoli in base alla caduta complessiva prodotta dalla pandemia nel primo semestre dello scorso anno.
Grafico 2 – Punti di Pil reale persi nel II trim. 2020 rispetto al IV trim. 2019 e loro distinzione tra recuperati e non al III trim. 2021 (*)
(*) Per Grecia e Olanda il calcolo del recupero è al II trim 2021, non essendo ancora nota per questi due Paesi la stima del terzo trimestre.
Fonte: elaborazioni su dati Istat ed Eurostat
Tre mesi fa, quando furono resi noti i dati del secondo trimestre, solo la Svezia, che aveva registrato un minore impatto economico dalla pandemia, risultava aver recuperato quasi tutta la caduta generata dal Covid. Ora sono invece quattro i Paesi che hanno conseguito un pieno recupero: oltre alla Svezia, che è 1,6 punti sopra il quarto trimestre 2019, anche la Grecia (e lo ha conseguito per prima già al secondo trimestre dell’anno), l’Austria e il Belgio. Anche l’Olanda ha sicuramente conseguito l’obiettivo, ma di essa i numeri sono fermi al secondo trimestre e la Francia vi è pochissimo distante. All’Italia mancano ancora 1,4 punti dei 18 persi col virus mentre alla Germania ne mancano 1,5, tuttavia su solo 11,6 totali.
Solo due Paesi risultano ancora distanti da un pieno recupero e sono quelli nei quali gli effetti della pandemia furono più dirompenti: il Portogallo, a cui mancano 3 punti dei 19 totali, e la Spagna, a cui ne mancano ancora 6 e mezzo dei 22 totali. Nel gruppo dei Paesi mediterranei all’Italia è andata decisamente meglio sia per la minor caduta che per la più consistente ripresa.
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