La Cassazione ha dato il via libera oggi ai sei referendum sulla riforma della Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale. Con una sentenza è stato accolto il ricorso dei consigli regionali di Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto, che rende ininfluente dunque il deposito delle firme raccolte in questi mesi.
I sei quesiti sulla riforma della Giustizia della ministra Marta Cartabia riguardano la riforma del Consiglio superiore della magistratura, la responsabilità diretta dei magistrati e la loro equa valutazione, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione del decreto Severino.
OK CASSAZIONE A REFERENDUM GIUSTIZIA: LE POSIZIONI DEI PARTITI
Le adesioni ai sei referendum sulla Giustizia, sui quali la Cassazione ha dato oggi il via libera rendendo non necessarie le firme raccolte, non sono state solo di esponenti del centrodestra ufficiale. Da Italia viva, che molti vedono in futuro schierata proprio con il centrodestra, è arrivato il sostegno di Matteo Renzi.
Anche dal Pd sono arrivate le firme, come quelle del dirigente Goffredo Bettini, di Giorgio Gori e del deputato Luciano Pizzetti. Un sostegno all’iniziativa di Lega e Radicali che ha fatto irritare alcuni democratici, sostiene ‘la Repubblica’, considerando il no al referendum sulla Giustizia pronunciato più volte dal segretario del partito, Enrico Letta. Contro la riforma anche i 5s.