LE CONCLUSIONI DEL PREMIER DRAGHI
«Non è stato facile raggiungere questo accordo, è stato un successo», ha detto il Premier Mario Draghi nella conferenza stampa conclusiva appena dopo il discorso delle conclusioni al G20 di Roma. «Questo vertice mi rende fiducioso per la capacità che il G20 sembra aver ritrovato di affrontare le sfide epocali esistenziali, dal covid al clima. Abbiamo gettato le basi per una ripresa più equa», commenta soddisfatto il Presidente del Consiglio.
Nella dichiarazione finale del G20 si trovano gli impegni e gli accordi su clima, vaccino, povertà e ripresa economica: «Il senso di urgenza c’è ed è stato condiviso da tutti e si vede nel fatto che l’obiettivo dell’1,5 gradi è stato riconosciuto come scientificamente valido. C’è stato anche un impegno a non intraprendere politiche di emissioni che vadano contro il trend che tutti si sono impegnati ad osservare fino al 2030. Si può pensare che questo impegno venga mantenuto. Dopo Parigi le emissioni sono aumentate, soprattutto dopo il Covid. C’è una certa preoccupazione e occorre ora dimostrare credibilità attuando le promesse fatte», sottolinea ancora Draghi ottenendo l’approvazione dei principali leader mondiali (il Premier Uk Boris Johnson ha persino definito «superba» la gestione italiana del G20, «ha tenuto il punto e aiutato nel successo finale»). Sul concetto di ripresa equa, l’ex BCE annuncia l’accordo sui «609 miliardi sulla base dei diritti speciali di prelievo sono dedicati per la prima volta ai Paesi più vulnerabili»; inoltre, il successo starebbe anche nel «mantenere vivi i nostri sogni, impegnarci a ulteriori provvedimenti, stanziamenti di denaro, ulteriori promesse di riduzione. Negli ultimi mesi sembrava che i Paesi emergenti non avessero nessuna intenzione di prendere altri impegni». Bagno di umiltà e monito finale dallo stesso Draghi: «Il successo finale viene formulato poi sulla base di quello che facciamo e non di quello che diciamo. Impegno collettivo a essere più concreti e seri». All’insegna del multilateralismo, parola d’ordine per Draghi, anche Cina e Russia si sono impegnati nei difficili risultati da ottenere fino al 2050: «Dalla Cina fino a pochi giorni fa mi attendevo un atteggiamento più rigido, c’è stata la volontà di cogliere un linguaggio più rivolto al futuro che al passato. La Russia e la Cina hanno accettato l’evidenza scientifica degli 1,5 gradi, che comporta notevolissimi sacrifici, non sono impegni facili da mantenersi. La Cina produce il 50% dell’acciaio mondiale, molti impianti vanno a carbone, è una transizione difficile».
Con l’adozione della G20 Rome Leaders’ Declaration si è concluso il #G20RomeSummit ➡️ https://t.co/zDjbIufmvW
A breve la conferenza stampa del Presidente Draghi pic.twitter.com/EkMhFwsLsw— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) October 31, 2021
G20, CLIMA: LA DICHIARAZIONE FINALE
Si è trovato alla fine un principio di accordo sul clima all’interno della seconda e ultima giornata di G20 a Roma: nella dichiarazione finale l’intesa conferma 100 miliardi lo stanziamento ai Paesi più fragili per affrontare nei prossimi anni la sfida della transizione ecologica. In attesa dell’annuncio finale del “padrone di casa” Mario Draghi (nel pomeriggio la conferenza stampa dal centro “La Nuvola”), le fonti di agenzia riportano le principali misure contenute nell’intesa di massima siglata dai 20 leader mondiali.
Emissioni zero, l’obiettivo procede verso la totale decarbonizzazione «entro o intorno la metà del secolo» (2050, ndr): è questa la formula trovata dagli “sherpa” che da giorni provano a comporre l’intesa diplomatica tra le parti. In merito al surriscaldamento del pianeta, il documento finale fissa a 1,5 gradi il tetto massimo contro i rischi del cambiamento climatico: ecco il passaggio fondamentale, «Restiamo impegnati all’obiettivo degli accordi di Parigi di mantenere l’aumento del temperatura media globale ben al di sotto dei due gradi e di perseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali». Così Draghi introduceva stamane la sessione finale in diretta dall’Eur per la conclusione del G20: «Vinciamo o falliamo insieme. Abbiamo la resposnabilità di mostrare la nostra leadership guidando il mondo verso un futuro più sostenibile. Necessario agire in fretta per evitare il disastro».
I RISULTATI DELLA RIUNIONE FINALE AL G20
Oltre alla “Minimum Global Tax” raggiunta ieri – un regime di tassazione con aliquota fissa del 15% sugli utili delle multinazionali per evitare che continuino a trasferire la propria sede fiscale in un paese dove il trattamento è più favorevole – e al solidarietà rinnovata per i vaccini ai Paesi più poveri, la dichiarazione finale del G20 di Roma prevede altri temi chiave attesi da mesi. Ancora sul fronte clima, l’impegno è per portare al finanziamento climatico a 100 miliardi oltre a mettere fine alla concessione di finanziamenti pubblici per nuove centrali elettriche a carbone all’estero entro il 2021. Già annunciato stamane dal Presidente Usa Joe Biden e dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen l’accordo siglato su acciaio e alluminio tra America ed Europa: «rimozione immediata dei dazi Usa sull’acciaio e sull’alluminio europei», medesima operazione anche da Bruxelles. Ecco la nota congiunta approvata e inserita negli atti laterali al G20: «L’Unione europea e gli Stati Uniti hanno un impegno comune per un’azione comune e una cooperazione approfondita in questi settori e stanno adottando misure congiunte per difendere i lavoratori, le industrie e le comunità dall’eccesso di capacità globale e dai cambiamenti climatici, anche attraverso un nuovo accordo per scoraggiare il commercio di prodotti ad alta intensità di carbonio e alluminio che contribuiscono all’eccesso di capacità globale di altri paesi e assicurano che le politiche interne sostengano la riduzione dell’intensità di carbonio di queste industrie».