E’ cambiato poco da quando è stata affossata la sua candidatura al Quirinale al flop del ddl Zan: Romano Prodi non ha dubbi. L’ex premier ha esordito così nella lunga intervista rilasciata a Che tempo che fa: «E’ sempre così. In questi casi, se uno vuole riformare quei piccoli aspetti della legge su cui si discuteva, si doveva analizzare caso per caso per trovare l’accordo. Volendo analizzarla tutta insieme e col voto segreto si voleva creare l’incidente e l’incidente c’è stato».
«Si è strumentalizzato il tutto», ha proseguito Romano Prodi: «Si voleva arrivare allo scontro con la prova di forza e la Destra ha vinto». Una battuta anche sulla posizione di Forza Italia: «Berlusconi si è appiattito ma in questa fase storica non può fare altro: lui dichiara di voler andare al Quirinale e deve partire da una base condivisa. Non si può permettere di litigare con FdI e Lega».
ROMANO PRODI: “IO AL COLLE? NEANCHE PER SOGNO”
«Io al Colle? Neanche per sogno. Io non avrei i voti neanche a pensarci. Ma lasciamo perdere questo aspetto. Io farò 83 anni, mi sarebbe un attentato alla Provvidenza. Lui ne ha molti di più, si vede che ha una Provvidenza diversa», ha proseguito Romano Prodi, per poi soffermarsi sui temi economici, dal Pnrr alla crescita: «La partenza è stata buona, quest’anno facciamo più del 6%. Però per poter mantenere questo tasso di sviluppo bisogna andare a scuola di più. Noi abbiamo una frequenza scolastica troppo bassa». Romano Prodi ha poi ribadito il suo giudizio sul possibile nuovo Ulivo: «Renzi si è allontanato fisicamente dal voto, è stato un messaggio. Quando un politico in attività si dedica ad altro, gli elettori sentono un abbandono. Per il M5s è passata tanta acqua sotto i ponti, il problema è loro: il cammino verso la costruzione di un partito è avvenuto? Non so se è stato completato, molte variazioni sono state significative. Nei prossimi mesi si deciderà se da questa parte il campo sarà ampio. La possibilità c’è».