Ho conosciuto Claudio Chieffo, ma non mi sento di dire che ero suo amico. Era lui a essere mio amico, perché l’amicizia non si sceglie, ti capita addosso e lui mi aveva concesso il suo abbraccio, tenero e forte allo stesso tempo. Poeta e contadino, così l’ho sempre pensato. Ricordo ancora quando nel corridoio di un teatro milanese mi prese per un braccio per farmi sentire la prima stesura di Stella del mattino, di cui era profondamente orgoglioso. Stella del mattino che Giovanna Marini, orgogliosa donna di sinistra, cantante della tradizione contadina e operaia italiana, voce partigiana senza concessioni in una carriera che ha superato il mezzo secolo, declama con la voce piena di compassione che solo gli anziani sanno esprimere in questo disco tributo a Claudio Chieffo.
Ascoltandolo, mi vengono in mente quei pomeriggi di sabato autunnali, quando noi studenti di Gs, il movimento cattolico creato da don Luigi Giussani, ci trovavamo a raccontarci le nostre esperienze, momenti di condivisione e di affettuosità mai più ritrovati nel corso della vita, con i raggi di sole autunnali che filtravano dalle tapparelle e dai vetri un po’ sporchi, e intonavamo le canzoni di Claudio. C’era, in quelle canzoni, un senso di malinconia, si poteva avvertire il sangue che sgorgava da una ferita, quella che solo gli artisti sembrano avere, ma che in realtà sanno aprire in tutti noi. Non erano i tipici canti da oratorio, quelli delle certezze contro ogni ragionevole dubbio, dei sorrisi beoti di chi si sente meglio degli altri. No, Claudio combatteva e ha sempre combattuto una dura battaglia, e le sue canzoni, La guerra su tutte, dicevano di questa lotta, la stessa di San Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.
Ricordo ancora il momento del mio primo incontro con Claudio, nel luogo da lui preferito, nella foresteria del monastero di Gudo Gambaredo, dove lui amava trascorrere giornate di silenzio nella pace spirituale del luogo, per una intervista che poi un mensile cattolico rifiutò di pubblicare per assurdi giochetti di potere. Chieffo ha sofferto tanto nella sua vita, come succede ai veri artisti, quelli che non permettono alle ideologie di rubare il loro cuore.
E allora è bello scoprire quanti personaggi oggi noti del mondo della musica, ma anche giovanissimi, abbiano fatto il mio, nostro stesso percorso: Luca Carboni, ad esempio, che ricorda e canta Io non sono degno, “una canzone che cantavamo in parrocchia, ma anche in casa al pianoforte assieme ai miei fratelli più grandi”. Così come Gioele Dix che sceglie La canzone degli occhi e del cuore: “Ricordo lo stupore nel sentire (le canzoni di Chieffo) cantate in coro da decine di migliaia di ragazzi e ragazze”. Già, perché alla fine, in un modo o nell’altro le sue canzoni hanno toccato tanti, tantissimi, anche se lui non è mai stato in cima alle classifiche.
Benedetto Chieffo, figlio di Claudio, si è mosso completamente da solo ed è riuscito in una operazione straordinaria, cosa che le case discografiche non avrebbero saputo fare, ma a lui è riuscito perché spinto dall’amore per il padre e per quelle canzoni. E anche, diciamolo una volta per tutte, perché solo un cuore di pietra potrebbe non lasciarsi conquistare dalla musica di Claudio Chieffo. Così questo doppio cd (ma avrebbe potuto starcene anche un terzo che non è detto esca in futuro, visto in quanti hanno risposto alla chiamata) presenta un cast di artisti di primissimo piano della musica italiana di varie generazioni e di varie estrazioni anche politiche.
Ecco i nomi: Giacomo Larici; Davide Van De Sfroos; Luca Carboni; Lombroso; Enza Pagliara e Dario Muci; Giovanni Lindo Ferretti; Paolo Cevoli; Massimo Bubola; Gioele Dix; Mirna Kassis e Salah Namek (siriane); Giua; Giorgio Conte e Alessandro Nidi; Giovanna Marini; il premio Oscar Markéta Irglova; Roberta Finocchiaro; Svavar Knútur (Islanda); Ambrogio Sparagna e Gianni Aversano; Kreg Viesselman (Stati Uniti); Chico Lobo (Brasile); Santoianni; Dario Cifo; Omar Pedini; Paolo Fresu.
Come si vede, un parterre mondiale perché le canzoni di Chieffo colpiscono a ogni latitudine, ma anche una lista di musicisti delle più svariate provenienze musicali: jazz, musica folk, cantautorato, indie, rock. Non esiste uno più bravo dell’altro, tutti si sono immersi con umiltà e classe straordinarie (e gratuitamente). Vogliamo però citare parole di alcuni artisti che hanno commentato (le si leggerà in maniera completa nell’elegante libretto che accompagna il doppio cd) l’esperienza fatta partecipando a questo tributo. Ad esempio Van De Sfroos che ha inciso Il viaggio: “La potenza del viaggio spesso per me ha coinciso con il giro di chiave che apre la porta ad un Percorso, il quale poi a sua volta crea un’Esperienza. La canzone di Claudio che ho cantato, sembra proprio, in modo simbolico, un Totem dedicato al Viaggio di trasformazione”. Luca Carboni: “Non ho conosciuto personalmente Claudio questo grande cantautore difficile da classificare ma se l’avessi conosciuto l’avrei abbracciato forte e ringraziato di cuore per la bellezza che ci ha dato”.
“Ci si può incontrare senza vedersi né parlarsi. È successo Lontano, dove abbiamo conosciuto Claudio Chieffo. In un luogo dove non c’è tempo né altra dimensione che non sia la musica” (Giorgio Conte). Già membro del gruppo irlandese Swell Season con Glen Hansard, di nascita boema e oggi vivente in Islanda, Markéta Irglová è una delle grandi sorprese di questo disco. Vincitrice nel 2009 con Hansard del premio Oscar per la miglior canzone da film, Falling Slowly ha commentato: “La voce di Claudio mi è arrivata direttamente al cuore e la sua sensibilità musicale ha risuonato con la mia in una maniera che mi ha reso facile essere in sintonia con questa canzone ad un livello più profondo. Persino il testo mi parlava in un modo che rifletteva alcuni dei miei pensieri e convinzioni, specialmente da quando sono diventata madre. Sono davvero sincera quando dico che non avrei potuto ricevere una migliore canzone di cui fare una cover. Acconsentire a registrare la mia versione di un brano musicale così stupendo è stato uno dei “sì” più facili che abbia mai detto, un “sì” pieno di orgoglio, entusiasmo e aspettativa”.
Un sì alla vita, che risuona meravigliosamente nelle parole del grande jazzista Paolo Fresu: “Nel momento in cui la musica si fa testo e questo diventa pensiero la musica non può che fiorire e sbocciare in qualsiasi luogo. Anche il nostro, quello del jazz e della musica meticcia, che raccoglie il bisogno e il valore della diversità oltre che l’amore per la vita e per l’uomo”.
Tanti i giovani che si sono buttati con entusiasmo nel progetto, dalla brava Roberta Finocchiaro a Giua. Un disco che spalancherà un universo di emozioni e di bellezza in chi non conosce Chieffo, e che farà scoprire nuove dimensioni a chi lo ascolta da anni.
Tutti gli artisti vi hanno preso parte in modo completamente gratuito, i proventi del Chieffo Charity Tribute saranno versati a Esharelife, Charity Foundation riconosciuta dalla Charity Commission del Regno Unito istituita per aiutare alcune delle aree più svantaggiate del mondo. L’unico scopo di Esharelife è raccogliere fondi per aiutare progetti di altri enti di beneficenza che hanno dimostrato il loro valore. Dal 2016 Esharelife sostiene i bambini in Kenya per fornire loro un’istruzione migliore e un futuro più luminoso, raccogliendo circa £ 30.000 ogni anno e inviandoli ad AVSI Kenya per consentire ai bambini e alle famiglie di avere accesso a uno stile di vita di migliore qualità.