Red Ronnie e Gianni Rivera, il “Calciatore più importante che l’Italia abbia mai avuto”. Il giornalista e conduttore lo ha intervistato per OptiMagazine, dove lo ha definito come “un ancora a cui aggrapparmi nei momenti bui quando, a 9 anni, mi sono ritrovato sbattuto in seminario”.
Gianni Rivera da capitano del Milan si è sempre battuto per aiutare gli altri, soprattutto i suoi compagni di squadra, fino alle proteste arrivate per i calciatori delle serie minori sfruttate dai club quando capivano che non potevano più vincere il campionato. L’ex calciatore è stato anche presidente del settore tecnico di Coverciano e del Settore Giovanile continuando a battersi sempre per l’interesse di coloro che rappresentava.
Gianni Rivera e quello spirito controcorrente…
Gianni Rivera è stato definito uno dei migliori calciatori italiani, ma nonostante questo è sempre stato “fuori da tutti i giochi”. L’ex calciatore ha trovato la sua motivazione nel fatto di essere: “Limpido e sereno senza nulla alle spalle e forse sono meno condizionabile e quindi mi mettono da parte. Però ho avuto responsabilità importanti come la presidenza del settore giovanili e di Coverciano sono state presidenze importanti nella federazione. Oggi faccio parte del club Italia”.
Gianni Rivera ha parlato con Red Ronnie anche della differenza del calcio da quando giocava lui al calcio moderno: “Negli spogliatoi se facessi l’allenatore non li farei entrare con il telefonino, è bene che lo usino quando sono a casa loro non prima di giocare una partita”. Scherzando poi con il conduttore televisivo ha poi detto: “Qualcuno ci proverà a portarselo in campo prima o poi”. Gianni Rivera ha ripercorso i momenti storici della sua carriera, come la vittoria nel 1969 con la motivazione: “In un calcio arido, perfino cattivo, con i troppi dubbi sul doping e premi elevati che deformano la verità, Rivera è il solo a dare un senso di poesia a questo sport”, l’ex calciatore ha commentato ridendo: “Dovevano trovare una scusa”.