Un trentaduenne bergamasco è in gravissime condizioni all’ospedale di Brescia in seguito a un incidente tra due auto dalla dinamica ancora da chiarire. Per motivi sconosciuti, allo scontro sarebbe seguito un brutale pestaggio: il tutto è accaduto a Cortefranca, nel bresciano, vicino alla discoteca Number One. Più o meno nelle stesse ore avveniva anche una seconda aggressione nei pressi di un’altra discoteca. Si era all’esterno del disco-pub Paprika e il delitto avveniva ad Aulla, in provincia di Massa-Carrara, ai danni di un ragazzo di 26 anni che è stato ferito con un’arma da taglio. Il giovane è stato immediatamente trasportato all’ospedale Apuane di Massa e per fortuna, diversamente dal primo, non è in pericolo di vita.
Sono solo due degli ultimi episodi di quella violenza che sembra scoppiare per motivi imprecisati e banali, quasi che le restrizioni forzate dovute al Covid abbiano esacerbato i nostri animi e ci abbiano reso incontrollabile l’aggressività. Un proverbio antico diceva che “l’uomo è lupo verso l’uomo”, ma oggi questa aggressività sembra nutrirsi dei vuoti relazionali causati dalla pandemia che ci hanno disabituato ad essere empatici, a pazientare, ad ascoltare.
La crisi, sociale e non solo lavorativa causata dall’emergenza sanitaria, ci ha spinto a chiuderci in noi stessi, a costruire muri così rigidi da non tollerare la minima scalfittura. Quando un sistema di vita diventato rigidamente autoreferenziale viene minacciato si scatenano reazioni rabbiose del tutto incomprensibili. Siamo in un momento storico nel quale il delirio di onnipotenza, tollerabile e comprensibile nei bambini, sembra imperversare negli adulti con conseguenze devastanti. Si può capire quando il bambino che scopre il limite al proprio sé rompe il giocattolo, il vaso, strappa il foglio, prende a calci il muro: ma ciò non è accettabile nell’adulto, eppure gli incidenti di cui parliamo riguardano persone maggiorenni. Se “un grande” vuole vedere realizzato ad ogni costo l’ideale di mondo, di persona, di relazione che ha in mente diventa facilmente un assassino.
Quando ci si chiude in una bolla autoreferenziale anche il minimo “soffio di vento” diventa minaccioso e quindi insopportabile. Così si diventa “mal-vagi” nel senso etimologico del termine: persone che agiscono per il male. Guardare la realtà attraverso lenti deformanti spinge a una visione del mondo in cui nulla più è familiare e tutto diventa pericolo e minaccia. Quando diciamo che l’uomo è un essere “in relazione” intendiamo che conosciamo noi stessi nel momento in cui incontriamo l’altro e il diverso. Perché ciò avvenga, però, è necessario accettare la verità per cui la conoscenza è sempre esperienza d’amore e di condivisione che ci fa uscire da noi stessi.
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