Si è parlato di covid durante la puntata di ieri di Stasera Italia su Rete 4, e in collegamento vi era la professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. Le prime parole sono per il molnupiravir, il nuovo farmaco ribattezzato pillola anti covid: “Sulla pillola sono molto ottimista – spiega l’esperta – ma deve essere chiaro che non sostituisce il vaccino: il vaccino fa prevenzione mentre la pillola è una cura immediata nel caso di positività, quindi bisogna continuare a vaccinare e utilizzare tutti i mezzi monoclonali e antivirali per bloccare la trasmissione, la positività e portare ad una forma grave di covid”.
Maria Rita Gismondo ha parlato anche del vaccino anti covid ai bambini, alla luce della recente approvazione da parte della Fda del siero per la fascia 5-11 anni di età, e a riguardo ha esternato tutti i suoi dubbi leciti: “Sono assolutamente d’accordo su vaccinare la popolazione intera – spiega – non sono a priori perplessa nel vaccinare bimbi dai 5 agli a11 anni, ma è necessario avere numeri significativi. L’Fda ha approvato il vaccino in fascia 5-11 anni con una sperimentazione su 4.000 soggetti, di cui 3.200 vaccinati e gli altri di controllo, è un lavoro che dal punto di vista statistico non ha senso. Aspettiamo migliaia di vaccinati per capire meglio e se vi sia o meno un rischio per i bimbi”.
GISMONDO: “VACCINI A FASCIA 5-11 ANNI? MEGLIO SPINGERE SULLA TERZA DOSE”
Quindi ha aggiunto: “La priorità è la terza dose per tutti quelli che si sono vaccinati all’inizio, quindi immunodepressi e anziani, l’attenzione deve essere polarizzata su quelle fasce fragili. La protezione che si può fare vaccinando i giovani è quello di impedire la circolazione del virus o mantenere bassa la circolazione del virus, visto che sappiamo che i giovani e i bimbi non fanno formi gravi”.
Infine sui farmaci provenienti dalla Cina, Maria Rita Gismondo conclude: “In Italia arriva poco dalla Cina, in Europa abbastanza soprattutto in Germania e Francia. Dalla Cina – precisa – arriva gran quantità di farmaci e di ‘pezzi’ di prodotti farmaceutici, ormai anche per il farmaco c’è la produzione della molecola, l’incapsulamento e il packaging in posti diversi”.