Franca Leosini è tornata in tv con “Che fine ha fatto Baby Jane?”, due puntate in cui la giornalista si è domandata che fise avessero fatto alcuni dei protagonisti del suo Storie maledette. In una intervista a La Verità, la Leosini ha spiegato come mai ha deciso di raccontare il destino di due dei 98 protagonisti del suo programma: “Molto spesso, chi si è interessato a Storie maledette, mi ha chiesto qual è stata la sorte di queste persone dopo aver pagato il debito con la giustizia, se si sono re-inserite e se c’è stato il perdono sociale. Penso sia più facile perdonare che dimenticare. Esiste, certo, un diritto all’oblio, ma è difficile che la gente dimentichi”.
Il primo caso affrontato la scorsa settimana, fu quello di Filippo Addamo, reo confesso dell’omicidio della madre della quale non accettava che si fosse portata a letto il suo amico ed in generale altri uomini diversi dal padre. L’uomo ammise di essersi sentito non solo tradito ma anche disonorato dalla madre. Ma quale sarebbe il giusto equilibrio da adottare nei riguardi della donna? La Leosini in merito ha commentato: “Il punto di equilibrio è avere un profondo convincimento dell’importanza di un rapporto, che non deve essere vissuto con superficialità. Sono necessari il dovuto rispetto umano dell’altro e dei suoi sentimenti, la fedeltà al sentimento”.
Franca Leosini ed il commento sui suoi interlocutori
Ripensando alle varie storie narrate, Franca Leosini ha sottolineato quanto sia difficile entrare nell’intimità di una coppia ed ha aggiunto: “Mai sapremo, inoltre, cosa si verifica sotto le lenzuola. Il mio motto è “capire, dubitare, raccontare”. Mai giudicare. I miei interlocutori non sono “criminali”, ma “persone che hanno commesso un crimine””. A suo dire andrebbero distinti dai mafiosi, dai camorristi ed in generale dai professionisti del crimine.
Il rapporto del 2021 dl Dipartimento di polizia criminale sugli omicidi volontari registrati in Italia nell’anno precedente è emerso un dato preoccupante relativo ai delitti di donne da parte di uomini perpetrati in ambito familiare-affettivo, spesso con movente passionale e con l’uso soprattutto di coltelli. “Nei delitti di cui mi sono occupata, i comportamenti violenti non sono premeditati, ma messi in atto in momenti di particolare drammaticità del rapporto”, ha commentato la Leosini. Molto spesso gli ospiti della sua trasmissione hanno continuato anche di fronte alla telecamera a definirsi innocenti. Lei lo ha mai creduto? “Non faccio nomi, ma talvolta è accaduto. Su alcune sentenze di condanna ho avuto forti dubbi. I magistrati compiono un lavoro eroico ma in alcuni casi mi ha colpito la forte discrepanza di valutazione tra una Corte giudicante e l’altra”, ha ammesso.
In attesa delle nuove puntate di “Che fine ha fatto Baby Jane?”
Per ciascuno dei condannati che hanno preso parte al suo programma, Franca Leosini ha ricordato di non aver mai preso soldi dalla Rai: “Per loro non è facile tornare nell’inferno del loro passato. Ciascuno di essi aspira a un restauro d’immagine che consenta loro di rifarsi una vita. L’ergastolo, di fatto, non esiste”.
Alcuni casi restano ancora senza una soluzione, come ad esempio quello di Simonetta Cesaroni. Potrebbero in futuro essere risolti grazie alle nuove tecnologie? “Bisogna vedere in che misura la scena del delitto sia stata compromessa. Attraverso la prova del Dna, il tasso di risoluzione dei casi si è innalzato”. Tornando alla sua nuova trasmissione, la conduttrice ha annunciato nuove puntate a partire dal 2022. La Leosini dopo tanti anni e dopo tante storie ascoltate è giunta infine ad una conclusione: “Mi ha lasciato la convinzione che ciascuno di noi può trovarsi, suo malgrado, protagonista di una storia maledetta”.