Mediaworld nel mirino degli hacker: un cyber attacco ha colpito il colosso dell’informatica di consumo, provocando disagi e caos in tutti i punti vendita, i cui commessi sono costretti a scusarsi senza soluzione di continuità con i clienti. Si tratta, tecnicamente, di un “ransomware“, ovvero di un virus malware che stoppa qualsiasi accesso ai dispositivi elettronici e che obbliga i loro titolari al pagamento di un riscatto al fine di rimuovere questo blocco e potersi riappropriare dei file e dei contenuti imprigionati al loro interno.
Così, dopo i casi della San Carlo (nota azienda operante nel settore alimentare) e di Regione Lombardia, alla vigilia del Black Friday del 26 novembre è stato il colosso del digitale a essere bersagliato. Come ricostruito dai colleghi del “Corriere della Sera”, l’offensiva sarebbe stata sferrata dagli hacker fra il 7 e l’8 novembre. Non solo: “La richiesta di riscatto, stando alle notizie che arrivano dall’Olanda e riportate dai siti ‘Hacker journal’ e ‘Sicurezza.net’, sarebbe di 50 milioni di dollari da pagare in criptovaluta”. Insomma, una tariffa tutt’altro che abbordabile e un problema piuttosto serio per le vittime.
MEDIAWORLD BERSAGLIO DEGLI HACKER: “LA TUA RETE È STATA VIOLATA”
“La tua rete è stata violata e tutti i dati sono stati crittografati. Per riottenere l’accesso a tutti i dati, devi acquistare il nostro software di decrittazione”: questo è, sostanzialmente, il messaggio che compare sui monitor di Mediaworld e che può essere visto da qualsiasi dipendente. Quindi, la direzione di MediaMarkt ha comunicato il da farsi ai suoi lavoratori: “Pc spenti, sistemi da non riavviare, cavi di rete disconnessi, restate alla larga dai sistemi criptati, tenete registratori di cassa e scanner staccati dai server”.
Secondo le prime informazioni, che hanno trovato spazio ancora una volta sulle colonne del Corriere, “sarebbero circa 3.100 i server colpiti in diversi Paesi” e la firma sull’attacco hacker dovrebbe essere “del gruppo Hive, banda di cybercriminali famosa per infettare (anche) i sistemi di backup e chiedere riscatti milionari. Nell’agosto scorso i criminali di Hive hanno preso in ostaggio tre ospedali americani. Operazioni chirurgiche ed esami radiologici erano stati dunque rinviati”.