Nuovo episodio di intolleranza religiosa e di applicazione rigida della “Shari’a”, quella serie di regole e condotte morali ancora in vigore in certi Paesi islamici, dove di recente una donna è stata condannata a ricevere ben 17 frustate assieme al suo compagno per aver violato le norme sul sesso extraconiugale. Questa anacronistica e brutta vicenda arriva dalla cittadina di Banda Aceh, uno dei centri più popolosi dell’omonima provincia autonoma e situata nel nord-ovest dell’isola di Sumatra. Tra l’altro il fatto riecheggia quanto successo a inizio anno proprio nell’Aceh quando due cristiani furono condannati a ricevere 40 frustate per aver giocato d’azzardo e consumato degli alcolici.
A rendere ancora più drammatica la notizia della recente fustigazione pubblica della coppia è stato il malore che ha colto la donna durante l’esecuzione ella sentenza, costringendo i presenti a soccorrerla: questo fatto ha contributo ad amplificare l’eco di questa vicenda, riaccendendo le polemiche per l’applicazione di questa pratica ancora nel 2021 e le proteste di diverse associazioni in difesa dei diritti umani che hanno fatto notare come, anzi, il governo locale abbia aumentato nell’ultimo periodo i provvedimenti di questo tipo. Va inoltre ricordato che quella di Aceh è l’unica provincia ad operare sotto i dettami della “Shari’a”, la legge islamica che interpreta troppo liberamente e talvolta distorce a proprio uso e consumo il contenuto del Corano.
DONNA CONDANNATA A 17 FRUSTATE PER VIOLAZIONE DELLA LEGGE ISLAMICA
Come si apprende da alcuni siti britannici che per primi hanno rilanciato la notizia, a far sospendere l’esecuzione della pena è stato il suddetto malore che ha colto la donna mentre il compagno guardava “con aria di sfida” il pubblico presente venuto ad assistere. L’Algojo, che in lingua indonesiana sarebbe il “giustiziere” o comunque il boia preposto ad eseguire condanne e pubbliche punizioni, in queste circostanze indossa sempre una veste marrone che lo copre totalmente rendendolo di fatto anonimo: solo a seguito dello svenimento della donna ha interrotto la sequela di colpi con una canna di bambù, anche se non si hanno notizie delle condizioni della diretta interessata e se la pena sia stata sospesa o solamente rimandata.
Di certo c’è che a volte le condanne per “crimini” quali gioco d’azzardo, consumo di alcolici, relazioni extra-coniugali e omosessualità posso portare a condanne pure di 150 frustate, una vera e propria tortura che sovente vede intervenire il personale presente che medica gli imputati prima che la gragnuola di colpi riprenda. Tutto questo nonostante l’impegno assunto ufficialmente dal Governo centrale dell’Indonesia di mettere fine a questa pratica nelle varie province: per paradosso dal 2018 a oggi il numero delle esecuzioni è aumentato e, ultima beffa, in alcune zone sono squadre di fustigatrici tutte al femminile a eseguire la pena nei confronti del gentil sesso, nell’ipocrita convinzione che così le frustate siano più lievi e le lesioni riportate non permanenti. “Le addestriamo per assicurarci che siano fisicamente in forma e insegniamo loro come eseguire una corretta fustigazione” ha detto al Daily Star uno dei capi della polizia di Banda Aceh.