“Non mi arrendo”, questa la promessa di Alex Schwazer. Il marciatore italiano non ha ancora ricevuto la revoca della squalifica per doping di otto anni, sebbene il Tribunale di Bolzano abbia decretato che non ha mai commesso quegli illeciti. L’atleta ha voluto raccontare la sua verità all’interno della autobiografia dal titolo “Dopo il traguardo” e, nel corso di una intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, ha ribadito che non intende mollare la battaglia contro i poteri forti.
“Mi dispiace per loro, ma dovranno rassegnarsi. Nonostante tutto, io non mollo”. Così l’oro olimpico nella marcia a Pechino nel 2008 si scaglia nuovamente contro coloro che gli impediscono di tornare a gareggiare. “Chi dovrebbe restituirmi l’onore si rifiuta di farlo, è assurdo. Oggi rifiutano la verità, che pure conoscono, perché accettarla significherebbe mettere in discussione l’intero sistema dei controlli antidoping”. Alex Schwazer sa che ciò non accadrà probabilmente mai, ma non si arrende.
Alex Schwazer: “Non mi arrendo”. Perché non è stata annullata la squalifica?
Alex Schwazer, nel corso dell’intervista a Il Resto del Carlino, ha spiegato inoltre il motivo per cui ufficialmente la squalifica per doping a otto anni non è stata ancora revocata, nonostante il Tribunale di Bolzano lo abbia ritenuto innocente. Esso sta nel fatto che un giudice svizzero ha decretato di non poterlo fare poiché non è stato individuato il presunto manipolatore delle provette che hanno incastrato il marciatore italiano.
“Io non sono un giurista, però questo è un formalismo. In pratica dicono: la procura di Bolzano indagava su di te, non su chi può avere taroccato i prelievi, quindi arrivederci e grazie”, spiega l’atleta. Sembrerebbe uno scherzo, ma non lo è. Alex Schwazer stesso, nel 2016, d’altronde, presentò una denuncia contro ignoti per questo motivo, ma ad essa non fu dato seguito. “Se pensano che mi arrenda si sbagliano. Sono pronto ad andare anche alla Corte Europea dei diritti dell’uomo”, ha concluso.