Patty Pravo è intervenuta in qualità di ospite a “Verissimo”, la trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin, parlando delle sue origini. La donna è cresciuta con i suoi nonni, che ha voluto ricordare così nello studio televisivo di Mediaset: “Mia nonna era una persona eccezionale, basti pensare che a 3-4 anni mi ha portato a imparare pianoforte. Sapeva già cosa avrei dovuto fare nella mia vita. Lei mi dava una libertà totale, ma naturalmente dovevo essere una ragazza perbene. Mio nonno Domenico, invece, era un signore molto simpatico, pazzerello: mi faceva fare un sacco di tuffi quando andavamo al mare”.
Proprio suo nonno aveva scoperto che la piccola Patty Pravo fumava “un sacco di sigarette già a dieci anni: a quel punto, i miei nonni mi hanno detto di non fumare di nascosto e che potevo fumare anche a casa mia”. Quando suo nonno morì, la giovane Patty partì subito per Londra e iniziò la sua carriera, ma “non ho mai pensato a questo mestiere come tale, bensì come a una passione”.
PATTY PRAVO: “NEL 1990 FUI ARRESTATA, MA MI PORTARONO AL BAR”
Patty Pravo ha raccontato anche quando nel 1990 è stata portata per tre giorni in carcere: “Mi portarono in un bar in cui c’erano solo m*gnotte e transessuali. È stato un party, mi sono divertita. Nonostante fossi in arresto, mi hanno portato al bar e poi in carcere”. Successivamente, è stato ricordato come lei sia da sempre una vera e propria icona di stile, capace di attraversare i secoli e di conquistare numerose generazioni.
Infine, il ricordo di Luciano Pavarotti, con il quale era molto amica e duettò anche: “Andai a un suo concerto con il papà, ma non mi fece ascoltare neanche una canzone, perché mi parlo della Juventus, di cui era molto tifoso, per tutto il tempo”.