Elsa Fornero, economista ed ex ministro, è intervenuta nella giornata di oggi, lunedì 15 novembre 2021, ai microfoni della trasmissione di Rai News “Parliamone”, discutendo dei problemi dei giovani e ritornando con la memoria alla Riforma da lei sottoscritta dieci anni fa. In primis, la donna ha commentato la sentenza della Cassazione che dice che un 30enne che ha interrotto gli studi e che non riesce a trovare lavoro perde il diritto di essere mantenuto dalla famiglia d’origine: “Quando il rapporto tra genitori e figli viene affidato a decisioni dei giudici, direi che siamo sempre in situazioni un po’ patologiche – ha dichiarato l’esperta –. Io non ho letto la sentenza della Corte di Cassazione, certo sembra esserci una contraddizione intrinseca tra i concetti del giovane che non studia e la difficoltà di trovare un’occupazione stabile, che lui sta ricercando”.
In riferimento a questa notizia e al momento difficile per tutti i ragazzi e le ragazze italiani in termini occupazionali, Fornero ha ribadito che l’Italia è un Paese nel quale “i giovani hanno scarse opportunità e spesso sono costretti a spostare lo sguardo all’estero o ad accontentarsi. Spetterebbe alla politica dare voce a chi ne ha di meno, ma si tratterebbe di una politica che guarda a lungo termine. Noi, invece, da tempo soffriamo di una miopia della politica, che si concentra sul breve termine e sulle prossime elezioni”.
ELSA FORNERO: “NON FIRMEREI PIÙ QUELLA RIFORMA”
A “Parliamone”, Elsa Fornero ha evidenziato che non firmerebbe più la Riforma del 2011: “Con essa si cercava di riequilibrare i rapporti economici tra generazioni a favore dei giovani, togliendo loro oneri che qualche volta, in maniera sbrigativa, dipendono da decisioni che riguardano molto le elezioni successive – ha sottolineato –. Questo messaggio di speranza purtroppo non è stato colto. Oggi non direi di nuovo di sì, ma allora avevo come molti l’aspettativa che il Paese avrebbe cercato quella lungimiranza nelle scelte, che invece è mancata. L’importante è agire sempre non guardando ai propri interessi personali, ma cercando di fare quello che è richiesto è che salvaguarda l’interesse della collettività più ampia”.
L’ex ministro ha poi concluso dicendo che “siamo reduci da una stagione di populismo, basata sull’illusione di risolvere i problemi della gente in maniera troppo facile. Oggi abbiamo compreso che le competenze servono e che da soli non potremo mai risolvere tutto. Serve essere un po’ più europeisti e consapevoli del fatto che serve la conoscenza, serve la scienza, serve la coscienza. Il cammino da fare è lungo”.