Roberto Cauda, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del policlinico Gemelli di Roma, è intervenuto in qualità di ospite di “Agorà” su Rai 3. L’esperto, nel corso della trasmissione condotta da Luisella Costamagna, ha parlato di tamponi, terza dose e lockdown per non vaccinati: “Sulla terza dose c’è poco da discutere – ha esordito –. Va fatta rapidamente, ovviamente secondo quelle che sono le indicazioni. Alcuni parlano anche di cinque mesi dalla seconda dose, che sarebbero giustificati da un eventuale e consistente aumento dei casi, per mettere in sicurezza le persone”.
Cauda ha poi precisato che “assistiamo a un incremento di casi in parte atteso per via del fatto che si vive di più al chiuso e si trasmette molto più facilmente la variante Delta. È proprio di questi giorni il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che dice che la vaccinazione ha consentito di evitare migliaia di decessi. Penso che una maggiore stretta sul Green Pass sia una scelta condivisibile. I tamponi fotografano una realtà che può modificarsi in poche ore ed è una delle poche parti deboli su cui si basa la certificazione verde”.
ROBERTO CAUDA: “VACCINI PER VIA ORALE? CE NE SARANNO CENTINAIA”
Ad “Agorà”, Roberto Cauda ha quindi commentato la possibile introduzione di un lockdown per i non vaccinati: “Le decisioni si prendono sulla base dei numeri e su quello che sono le situazioni, prevenendo il più possibile le mosse del virus. Sono possibilità da mettere in atto laddove i numeri costituiscano un problema. Non fanno temere solo i contagi, ma anche e soprattutto le terapie intensive, che si riempiono e non danno possibilità ad altri malati di accedervi”.
Con la variante Delta “bisogna superare il 90% di vaccinati” ed è “importante che i bambini si vaccinino, innanzitutto per loro stessi, in quanto esiste anche il Long Covid dei bambini. Non dimentichiamoci poi le mascherine, anche all’aperto, il distanziamento e l’importanza di evitare gli assembramenti”. Infine, un’integrazione di carattere medico-scientifico: “Ci sono vaccini per via orale. Si tratta di centinaia di vaccini in arrivo di questo tipo. La paura dei vaccini è multifattoriale, non so quanto un’eventuale obbligatorietà riuscirebbe a smuovere queste persone a vaccinarsi”.