«Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5s: siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico»: un autentico terremoto politico quello scatenato questo pomeriggio da Giuseppe Conte, letteralmente infuriato sul fronte delle nomine dei Tg Rai con due principali (e personali) “obiettivi”. Carlo Fuortes, amministratore delegato Rai, e soprattutto Mario Draghi (seppur non citato direttamente nel comunicato di fuoco lanciato alla stampa).
Con le nomine presentate da Fuortes al Cda – e che già hanno scatenato la reazione durissima del sindacato dei giornalisti Usigrai, in aperto scontro col Governo e con l’ad – Monica Maggioni diventa nuova direttore Tg1, Gennaro Sangiuliano resta al Tg2, Simona Sala passa da Radio Rai al Tg3, mentre Andrea Vianello da Rai News finisce alla radio di Stato; Paolo Petrecca passa al canale all news (di cui era già vicedirettore), Mario Orfeo diventa Direttore della Direzione Approfondimento e Alessandra De Stefano viene nominata direttore di Rai Sport, sostituendo Auro Bulbarelli. Il Movimento 5Stelle però non ci sta e dopo le nomine dei Tg emerse in tutte le agenzie, rilancia con un comunicato molto duro nei confronti di Fuortes e dell’interno Governo (di cui farebbe parte, ndr).
IL J’ACCUSE DI GIUSEPPE CONTE ALLA RAI
«Fuortes non libera la Rai dalla politica, ma sceglie scientemente di esautorarne una parte: la più ampia, uccidendo qualsiasi parvenza di pluralismo. Siamo alla definitiva degenerazione del sistema. Bene. Vorrà dire che, a partire da oggi, il Movimento 5 Stelle non farà sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico, ma altrove. E continueremo questa battaglia chiedendo il sostegno di tutti i cittadini», inizia così la nota pubblica del Presidente 5Stelle ed ex Premier. Conte intende stoppare tout court qualsiasi esponente M5s da talk e programmi Rai ma è stop anche per le dichiarazioni rilasciate da esponenti grillini per strada o fuori dai lavori parlamentari. «L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes poteva scegliere come affrontare le nomine. Ha scelto di sottrarsi a qualsiasi confronto nelle sedi istituzionali – ha affermato ancora Conte – ha rinviato l’incontro richiesto nei giorni scorsi dai consiglieri di amministrazione Rai e ha rinviato la convocazione già programmata davanti alla Commissione di Vigilanza Rai. Quanto al merito delle scelte, Fuortes poteva affidarsi a vari criteri: ha scelto di continuare ad applicare la vecchia logica che prevede di tenere conto delle istanze delle varie forze politiche. Nell’applicare questo criterio ha però scelto di escludere, fra tutte le forze dell’arco parlamentare, unicamente il Movimento 5 Stelle, partito di maggioranza relativa grazie a 11 milioni di elettori», attacca ancora l’ex Presidente del Consiglio. È poi con una breve ma semplice frase in cui si “scorge” l’attacco di Conte allo stesso Palazzo Chigi, guidato dal suo successore Mario Draghi: «Ci chiediamo che ruolo abbia giocato il governo in tutto questo».
M5S FUORI DALLA RAI: LE PRIME REAZIONI
Tra i primissimi a reagire allo “stop” di Conte e dei M5s in tv è il leader di Italia Viva Matteo Renzi, protagonista da giorni di uno scontro a distanza (con tanto di richiesta di dibattito pubblico rifiutato dal Presidente M5s): «La posizione grillina sulla Rai dimostra che non c’è bisogno di piani segreti per distruggere i Cinque Stelle: basta lasciar fare a Giuseppe Conte. Fa tutto da solo. Un anno fa mandava veline e immagini al Tg1, oggi annuncia che non andranno più in TV. È stato bello, grazie di tutto. In momenti come questi, un pensiero ritorna alla mente: sì, ne valeva la pena». Per Bruno Vespa, contattato dall’ANSA per commentare il duro sfogo di Conte, la situazione è assai spiacevole: «Senza entrare nel merito delle ragioni della scelta, mi dispiacerebbe perdere un elemento di sicuro arricchimento come i Cinque Stelle in trasmissione». Il Pd con Andrea Marcucci sottolinea come «Resta una buona norma per la politica non commentare le nomine dei direttori dei Tg Rai. Vale anche per Giuseppe Conte. Monica Maggioni e Simona Sala sono delle grandi professioniste, questo dovrebbe garantire tutti». Schierato con Conte invece il vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai Primo Di Nicola, in quota Movimento 5 Stelle: «Giuseppe Conte ha detto una cosa sacrosanta: le logiche che guidano il servizio pubblico non ci piacciono e non ci sono mai piaciute. Per questo ho presentato un disegno di legge che ha l’obiettivo di spezzare il legame della politica con la Rai. Un provvedimento incardinato in commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni che fatica ad andare avanti. Il Movimento 5 stelle continuerà sempre a battersi per garantire il pluralismo dell’informazione, ma serve la volontà di tutte le forze politiche altrimenti si andrà avanti sempre per logiche spartitorie».