Patrizia Popoli, membro del comitato tecnico scientifico dell’Aifa, ha parlato in un’intervista a TgCom24 dell’utilizzo delle pillole contro il Covid-19 che sono state già autorizzate in alcuni Paesi: “Sono una cura di breve durata, non una terapia preventiva”, ha ribadito l’esperta. È per questa ragione che non possono essere un sostituto al vaccino, che è piuttosto un modo per evitare l’infezione in primis e il ricovero poi.
Gli effetti di questi farmaci, prodotti da Merck e Pfizer finora, sembrano comunque essere appurati. Essi, se somministrati per via orale entro cinque giorni dall’infezione, possono ridurre in modo netto il pericolo di ricovero e decesso. “I dati preliminari sembra che siano in grado di ridurre in maniera importante il rischio di ospedalizzazione e di morte nei soggetti più a rischio”, ha confermato la dottoressa. È per questo motivo che il loro utilizzo è consigliato per coloro che sono positivi con sintomi lievi, ma che a causa di patologie pregresse o caratteristiche particolari rischiano di andare incontro ad una manifestazione più seria della malattia.
Popoli: “Pillole anti-Covid cura di breve durata”. Ma serve puntare sui vaccini
Patrizia Popoli, oltre a spiegare che le pillole anti Covid-19 sono una cura di breve durata per coloro che sono risultati positivi e rischiano il ricovero o il decesso, ha ribadito l’importanza di sottoporsi al vaccino, vero e proprio strumento di contrasto della pandemia. La componente del comitato tecnico scientifico dell’Aifa, in tal senso, ai microfoni di TgCom24, si è scagliata contro i no vax che ancora affermano che i sieri siano sperimentali.
“I vaccini contro il Covid-19 sono stati sperimentati su decine di migliaia di soggetti prima della registrazione e, attualmente, sono stati utilizzati su miliardi di soggetti in tutto il mondo. Di questi farmaci abbiamo una conoscenza che non possiamo vantare di avere praticamente per nessuna molecola. Quindi parlare ancora di vaccini sperimentali è una cosa assolutamente insensata”, ha concluso l’esperta.