Si chiama “Alternativa” il nuovo progetto politico degli ex grillini. Nato dopo lo scontro nel governo Conte II sull’uso del Mes e per il voto di fiducia al governo Draghi, si smarcano dalla definizione di ex M5s «duri e puri». Lo ha precisato il deputato Pino Cabras, presidente del partito nel corso della conferenza stampa alla Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale. «Non ci fermiamo a quello che siamo stati, vogliamo essere un movimento aperto». Di sicuro il termine “partito” non è più un tabù per loro. «Siamo un partito, qualcuno si scandalizzerà ma la Costituzione chiama così queste realtà, non “rinoceronti”». La compagine conta 15 membri alla Camera, dove è presieduta da Andrea Colletti. Invece al Senato, come evidenziato dall’AdnKronos, sono due i senatori che hanno aderito a questo progetto: Mattia Crucioli e Luisa Angrisani. Il simbolo prevede una “A” stilizzata colorata di arancione.
Il cavallo di battaglia resta il vincolo dei due mandati: «Manterremo fede ai patti e quindi manterremo il doppio mandato. Sulle realtà locali ci sarà la possibilità di ricandidarsi. Ma sarà sempre la base a decidere», ha promesso la deputata Emanuela Corda. Il primo obiettivo è chiaro: «Impedire l’elezione di Mario Draghi al Quirinale». Questo perché quella del premier è «l’autobiografia di una Nazione in declino, sono sue le impronte digitali sulle privatizzazioni degli ultimi decenni», ha sottolineato Pino Cabras.
TRANO E L’ACCORDO SEGRETO TRA ITALIA E FRANCIA…
«La serie A dei ministeri è in mano a tecnocrati. Bisogna unire le forze nel Paese che in questo momento non hanno una sponda parlamentare. Siamo i difensori della democrazia e della Costituzione», ha tracciato la strada il leader di “Alternativa”. L’idea è di costruire una opposizione larga. «Tutti i partiti sono in crisi e non riescono a rappresentare ciò che accade nel Paese. Noi abbiamo facce pulite e appassionate, abbiamo la schiena dritta. Noi non ci vendiamo», ha proseguito durante la conferenza stampa. Il deputato Raffaele Trano ha parlato di «Draghistan» e di «pericolo per la democrazia», invece Alvise Maniero, come riportato da AdnKronos, ha denunciato una «situazione distopica» nella quale «il 90% del Parlamento concorda sulle stesse cose».
L’accusa al governo è di occuparsi di altro mentre c’è una emergenza globale: «Ha paura, perché porta in Aula atti blindati. E ha paura dei cittadini». Raffaele Trano ha poi parlato di «Il trattato Quirinale è un accordo segreto tra Italia e Francia su grandi forniture, di cui nessuno sa nulla. Ma il Parlamento è sovrano. Noi vogliamo sapere di cosa si tratta». Riguardo a possibili intese in Parlamento con altri ex M5s come Nicola Morra e Barbara Lezzi, Pino Cabras ha parlato di «dialogo con chiunque voglia fare opposizione». Invece su Alessandro Di Battista: «Ci interessa trovare terreni comuni con lui, ma potremmo citare anche decine di professori che non fanno parte della matassa neoliberista di Draghi».