Luana Colussi si è raccontata nel corso della puntata di L’Ora solare andata in onda ieri: “Sono cresciuta tra attese e sacrifici”, queste le sue parole in merito ad infanzia e gioventù. Un periodo sereno, ma durante il quale ha dovuto meritarsi quanto ottenuto. “La mia famiglia d’origine è semplice, di grandi lavoratori”. L’importanza del lavoro le è stata trasmessa proprio dal padre. “Un giorno gli dissi che avrei voluto avere uno stereo. Mi rispose: ‘A cosa ti serve? Abbiamo una radio. Se lo vuoi vai a lavorare e te lo compri’. E io accettai. Mi trovai un lavoro per la stagione estiva e guadagnai abbastanza per acquistarlo. Era bello come se fosse d’oro”.
Un episodio che si ripropose poco tempo dopo, quando decise di trasferirsi a Milano e le serviva una lavatrice. “La comprai con i miei soldi e grazie ad un piccolo aiuto che mi mandò mia mamma. Nel biglietto c’era scritto: ‘Non sono tanti, ma magari insieme ai tuoi riesci a comprare qualcosa. Non dirlo a papà’”. Insegnamenti che ad oggi mette in pratica anche con le sue figlie, che definisce la sua opera d’arte. “Ho insegnato loro a desiderare”.
Luana Colussi: “Cresciuta tra attese e sacrifici”. La carriera in televisione
Luana Colussi è cresciuta tra attese e sacrifici anche dal punto di vista lavorativo. Quando si trasferì a Milano, con il disaccordo del padre, lavorava di mattina in uno show-room e di sera in un bar. La svolta nella sua carriera arrivò quando Raimondo Vianello la chiamò per un provino. “Non avevo mai fatto televisione. Arrivai puntualissima, avevo tanta ansia. Mi misi seduta, nel mentre arrivavano altre ragazze esperte. Avevano fretta perché avevano altri appuntamenti ed io le mandavo avanti perché non avevo invece nulla da fare. Sono entrata per ultima. Se avessi potuto nascondermi l’avrei fatto”. Il confronto con le altre la impensieriva, ma alla fine ebbe proprio lei la meglio.
“Quando si è aperta la porta ho pensato che quello fosse il mio momento. Poi Raimondo Vianello ironizzò: ‘Ma non avevate detto che era bella?’. Io mi sentii morire, ma da lì mi sono sciolta. Voleva sapere della mia vita e gliela raccontai. Ci siamo salutati e ho pensato ‘Vada come vada’. Era già una fortuna soltanto averlo conosciuto. Dopo una settimana mi hanno chiamato”. Il rapporto tra i due continuò a essere splendido anche successivamente. “Una volta gli dissi che tornavo a casa in metro, lui mise a disposizione il suo autista per me”.