Stato di emergenza all’Isola di Vulcano a causa della sua attività. Gli alti livelli di gas, potenzialmente pericolosi, hanno spinto la Regione Sicilia a dichiarare lo stato di crisi per attivare tutte le misure necessarie anche per assistere la popolazione colpita dalla progressione dei fenomeni vulcanici nelle ultime settimane. Non si era mai verificata una situazione così problematica negli ultimi 130 anni, infatti si tratta di uno scenario inedito. La situazione comunque viene monitorata con attenzione e costanza, anche perché l’esalazione di gas si sta verificando con una intensità che non ha precedenti dall’ultima eruzione, risalente al 1889-90. Per questo motivo il sindaco di Lipari, comune in cui ricadono le isole di Vulcano e Stromboli dal punto di vista amministrativo, ha emanato un’ordinanza con cui impedisce a 300 persone di dormire a casa da lunedì.
Marco Giorgianni però invita alla calma: «Anche se si tratta di un’ordinanza senza precedenti non dobbiamo farci prendere dalla paura». D’altra parte, ha ammesso che «sulla pericolosità dei gas si pronunceranno gli scienziati con le verifiche che effettueranno nelle prossime settimane». L’ordinanza è già in vigore, ma si sta dando tempo alle 300 persone di trovare un alloggio alternativo dove dormire da lunedì dalle ore 23 alle 6. «Il comune darà un contributo per pagare gli alberghi», ha assicurato il sindaco di Lipari.
“MAGMA IN PROFONDITA’, NO RISCHIO ERUZIONE”
Le esalazioni dei gas non sono di certo una novità per l’isola di Vulcano, il problema però è l’incrocio dei gas, in particolare un gas pesante al suolo che per gli scienziati riduce la quantità di ossigeno e quindi può creare difficoltà respiratorie «che possono avere effetti letali». Al momento il dato giornaliero di produzione di CO2 del vulcano è di 480 tonnellate, molto alto considerando che quello normale era di 80. Ma su questo fenomeno può incidere anche il vento. «Se si distribuisce in un territorio limitato il gas diventa pericoloso, se in un territorio più vasto è meno pericoloso», ha dichiarato Marco Giorgianni. Si attendono comunque evidenze scientifiche. Nelle prossime settimane saranno condotte delle analisi in tutta l’isola per verificare quali sono i valori reali dei gas e decidere nuovi provvedimenti.
Per lo scienziato e vulcanologo Marco Viccaro spiega «il risveglio del sistema idrotermale è da imputare all’ingresso di nuovo magma, almeno nelle porzioni più profonde del sistema di alimentazione di Vulcano». Questa iniezione di magma profondo, che rilascia gas, è alla base della «vivacità del sistema idrotermale». Ma per ora non c’è nient’altro: «Questo lo si evince ad esempio dalla scarsissima attività sismica legata a fratturazione, che testimonia come il magma sia in profondità e non si stia muovendo verso le porzioni più superficiali del sistema».