Il sostegno di natura militare posto in essere dagli Stati Uniti, dalla Nato e anche dalla Turchia nei confronti dell’Ucraina sta esacerbando sempre di più le relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti, gettando le premesse per un conflitto che potrebbe avere ripercussioni di vasta portata.
Il fatto che, per esempio, l’attuale presidente degli Stati Uniti abbia detto di aver intenzione di vendere all’Ucraina armi per 125 milioni di dollari – anche se solo 60 milioni di dollari sono stati di fatto consegnati – è un segnale inquietante e destabilizzante.
Per quanto poi riguarda la Turchia, il fatto che stia dotando l’esercito ucraino di droni è un segnale tutt’altro che incoraggiante e positivo per la stabilità della regione. Di conseguenza non deve sorprendere che la Russia abbia espresso più volte le proprie proteste nei confronti della graduale escalation che si sta verificando in Ucraina. Altrettanto comprensibile appare allora il dispiegamento di forze russe proprio vicino al confine ucraino.
Ma ci sono precise responsabilità da parte dell’Ucraina se questa escalation potrebbe portare a un’invasione russa. Infatti il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha più volte sottolineato la necessità di riconquistare la Crimea e di annientare i separatisti nel Donbass.
Ritornando alle scelte poste in essere dall’amministrazione Biden, l’attuale presidente americano rischia di commettere un errore analogo a quello che fu commesso da George W. Bush quando decise di finanziare e incoraggiare il presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, ad opporsi a Mosca. I consistenti e considerevoli finanziamenti militari americani alla Georgia, l’addestramento di truppe da parte americana e infine l’adesione della Georgia all’Alleanza atlantica hanno determinato una scelta infausta da parte del presidente della Georgia, e cioè l’occupazione nel 2008 dell’Ossezia del Sud.
Quale fu la reazione di Mosca? Fu una controffensiva che portò all’occupazione di numerose città georgiane fino addirittura a giungere alla periferia della capitale. Insomma, il presidente della Georgia scoprì troppo tardi che gli Stati Uniti non erano disposti a intraprendere una guerra con la Russia per difendere la Georgia e quindi fu costretto a firmare una pace umiliante con la Russia.
Se Obama ha scelto una linea più cauta e più prudente – rifiutando di attuare il trasferimento di armi all’Ucraina – Trump ha fatto una scelta esattamente contraria: ha infatti fornito all’Ucraina persino missili anticarro Javelin. Ora noi sappiamo che la Russia considera l’Ucraina – come la Cina fa con Taiwan – una questione fondamentale per la propria sicurezza e quindi i continui tentativi da parte dell’America e della Nato di aumentare l’escalation potrebbero determinare un vero e proprio conflitto. Un conflitto che deve essere assolutamente evitato.
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