Antonio Maria Rinaldi, eurodeputato della Lega, è intervenuto nella serata di sabato 20 novembre 2021 ai microfoni della trasmissione televisiva di Rete 4 “Controcorrente”, condotta da Veronica Gentili. Immediatamente si è parlato di misure restrittive per i non vaccinati, argomento sul quale il politico ha dichiarato quanto segue: “L’Austria è il modello da seguire? No, là c’è un tasso di vaccinazione molto più basso rispetto al nostro. Fra l’altro, viaggiando molto fra Francia, Belgio e Germania, mi sono reso conto che gli italiani sono molto, ma molto più rigorosi nel rispetto delle norme. Addirittura in Germania il Green Pass lo guardano a vista, non hanno nemmeno un’applicazione per controllare i dati”.
Il punto di svolta, secondo Rinaldi, può essere individuato unicamente dalla scienza: “Le case farmaceutiche ora devono fare enormi investimenti sui sieri contro le varianti. Se noi continuiamo a vaccinarci con gli stessi farmaci di prima, che evidentemente hanno dei limiti, non ne usciamo più. Bisogna sviluppare vaccini che vadano a colpire quelle varianti”.
RINALDI: “GREEN PASS APPLICATO IN MANIERA DIFFORME IN ITALIA”
La Lega che posizione ha sul Green Pass? “Bisogna fare enorme distinzione fra i no vax e coloro che contestano l’utilizzo del Green Pass – ha risposto Rinaldi a ‘Controcorrente’ –. Il no vax non vuole farsi vaccinare, coloro i quali invece contestano l’uso del Green Pass sono quasi tutti vaccinati, ma sono arrabbiati perché per andare a lavorare e mangiare devono esibire la carta verde. La norma che l’ha istituita, il regolamento 953, dice di evitare la discriminazione diretta o indiretta delle persone non vaccinate, che non hanno avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate. Questo è un regolamento europeo autoapplicativo, ovvero che va applicato anche a livello nazionale”.
Secondo il leghista, in questi termini il Green Pass italiano non è una buona misura: “Deve essere applicato con giudizio e non in maniera difforme come sta avvenendo ora. Tuttavia, le urgenze del Paese sono anche altre, come il lavoro non recuperato, la posizione fiscale asfissiante, l’aumento delle bollette”.