I dati mostrano un’economia italiana forte, ma quelli proiettivi segnalano rischi per la ripresa nel 2022, ora prevista verso il 4,1% del Pil. Motivi: a) ondata pandemica; b) inflazione; c) scarsità di materie prime e manodopera. A cui va aggiunto il rischio di delusione dell’illusione finanziaria – soldi disponibili a lungo – che ha pervaso troppa politica italiana come segnalato da un esponente di Bankitalia.
Al momento si tratta solo di rischi, ma è importate capire se potranno essere mitigati o meno. Le nazioni europee più colpite dai contagi stanno reagendo, finalmente, con politiche di obbligo vaccinale diretto o indiretto: ciò potrebbe colpire l’economia nel primo trimestre, ma accelerarla in quelli successivi.
Al riguardo dell’inflazione energetica c’è un movimento geopolitico nelle relazioni tra produttori e consumatori che promette di calmierare i prezzi, ma lasciandoli più alti dell’inflazione accettabile dalla Bce. Questa dovrà chiudere le politiche straordinarie di acquisto del debito, ma tenterà di non alzare i tassi per tutto il 2022.
La scarsità di beni importati verrà risolta a metà del 2022 da aggiustamenti del mercato, ma produrrà effetti negativi nel prossimo trimestre. Quella di lavoratori in Italia richiede l’impiego di immigrati e pressioni a chi percepisce redditi assistenziali, ma la politica è ostile.
La Bce e l’Ue torneranno al rigore nel 2023, generando effetti già a fine 2022, ma in parte compensati dai fondi europei (investimenti potenziali annuali del 3% del Pil fino al 2026).
In conclusione, per l’Italia c’è un rischio che però potrà essere bilanciato da più ordine. Se così, l’attesa di Pil 2022 è tra il 3,5% e il 4,5%. In caso contrario sarà recessione.
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