A Mattino 5 si parla della tragica fine di Juana Cecilia Hazana Loayza, la 34enne peruviana trovata senza vita sabato scorso in un parco di Reggio Emilia. In carcere, con l’accusa di omicidio, l’ex fidanzato, già denunciato tre volte proprio dalla vittima, e condannato poi pena sospesa (fra l’altro figlia di madre vittima di femminicidio). In studio nel programma condotto da Francesco Vecchi vi è la nota giornalista Sabrina Scampini, che ha commentato esterrefatta: “E’ incredibile che questo ragazzo (riferendosi ad un amico della vittima, in collegamento) abbia sensi di colpa come li avrebbe chiunque sia stato lì quella sera e che pensa di non aver fatto tutto quello che aveva potuto. Io mi chiedo se i giudici che hanno emesso sentenze abbiano sensi di colpa perchè la responsabilità qui è chiara ed è unica, di chi ha deciso che quest’uomo potesse essere libero”.
“Ha patteggiato due anni – ha proseguito Sabrina Scampini – e in quel momento sono cadute le misure cautelari, non ha più neanche il divieto di avvicinamento, non c’è più niente. Questa donna 3 volte aveva denunciato, tutti lo sapevano, anche i vicini. E’ stato arrestato in flagrante, precedentemente già c’era stato un problema con un’altra ex, nel 2020, non 10 anni fa. Se un uomo è pericoloso non può essere lasciato a piede libero. La pena non conta l’importante è che l’uomo non sia libero di uscire perchè è in quel momento che lui è pericoloso e aggressivo. Non è possibile che accadano certe cose. In Italia i colletti bianchi stanno in carcere senza prove, e persone arrestate per motivi di violenza non riescono ad essere arrestate”. L’amico della vittima è Saverio, un giornalista de Il Resto del Carlino, che di fatto è stato uno degli ultimi ad aver visto in vita Juana Cecilia.
CASO JUANA CECILIA, IL COMMENTO DELL’AMICO SAVERIO E DI SABRINA SCAMPINI
Poco prima di trovare la morte violenta la 34enne peruviana aveva passato una bella serata assieme a lui così come ad altri amici: “Sono uscito dalla redazione – ha raccontato il collega a Mattino 5 – sono andato in questo locale di un nostro carissimo amico, ci ritroviamo quasi tutte le sere per salutarci. Poi dopo un po’ sono arrivati vari miei amici fra questo ragazzo che accompagnava Cecilia, ce l’ha presentata, noi non la conoscevamo, lui l’aveva conosciuta quest’estate. Ce l’ha portata lì, la ragazza era a suo agio dopo i primi minuti. Riceveva messaggi e vocali, noi ce ne siamo accorti dopo – ha continuato – lei ha tirato fuori il cellulare e questo cellulare squillava continuamente, è stata lei a dirci che era un ragazzo che la stalkerava. Abbiamo vissuto un momento molto difficile ieri quando abbiamo scoperto tutto, perchè è subentrato un senso di colpa, irrazionale in reatà perchè non potevamo fare… Non abbiamo percepito la gravità così imminente. Lei era lì per divertisti, distrarsi e io l’ho sentita dire “grazie per avermi portata qui perchè finalmente mi sto divertendo”.
“Era a suo agio, si sentiva al sicuro, e stava bene – ha continuato l’amico di Juana Cecilia – è stata una splendida serata. Ne parlavamo la sera dopo, tutti un po’ sconvolti, una serata leggera e piacevole”. Poi Saverio ha aggiunto: “Per me si tratta di un omicidio di stato, una parola morto forte me ne rendo conto. Qui non siamo in presenza di una ragazza che subisce angherie e non ha il coraggio di farsi avanti, ma si è presentata tre volte a far denuncia. Il ragazzo è stato arrestato per due mesi per atti persecutori in flagranza, ed è una cosa rarissima. La giustizia ha operato velocemente, arrivando ad una pena sospesa, facendo cadere tutte le misure cautelari di prima, ed è questo il vero tema”.