Oggi 25 novembre 2021 il Presidente della Francia Emmanuel Macron sarà a Roma per incontrare il Presidente del Consiglio Mario Draghi, motivo della visita la firma del cosiddetto Trattato del Quirinale (dal nome del luogo dove verrà apposto il patto tra i due Paesi alleati). Il documento lungo una trentina di pagine è composto – secondo le poche anticipazioni filtrate all’ANSA – da 11 capitoli dedicati a diversi temi, su cui Italia e Francia stringeranno un accordo storico che ricorda quello tra Parigi e Germania nel lontano 1963.
Come spiega la stringata comunicazione di Palazzo Chigi, l’agenda prevede alle ore 18.15 l’incontro a Palazzo Chigi tra Macron e Draghi: a seguire la firma del Trattato tra Italia e Francia nelle sale del Quirinale. Domani mattina, 26 novembre, alle ore 9.30 sono attese le dichiarazioni congiunte alla stampa dei due Presidenti nella cornice di Villa Madama. «La visita di Emmanuel Macron a Roma, giovedì e venerdì, ha due obiettivi: preparare insieme con il presidente Draghi e il governo italiano la presidenza francese dell’Unione europea, e firmare il trattato del Quirinale», spiegano dall’Eliseo nell’introdurre la due giorni di patto italo-francese di cui ancora molto poco si sa anche nello stesso Parlamento italiano (che dovrà ratificarlo nelle prossime settimane). Eliseo e Palazzo Chigi ricordano come l’idea del trattato nacque già nel 2017 quando a Capo del Governo v’era Paolo Gentiloni: anni di trattative e temi trattati fino al definitivo accordo siglato nel 2021 e ultimato dalla firma al Quirinale nelle prossime ore. «Il Trattato del Quirinale è di particolare importanza con un impianto che segna un salto di qualità nelle relazioni bilaterali», spiega l’Eliseo. Lunedì prossimo si concretizzerà il primo capitolo della collaborazione parlamentare prevista dal documento: il Presidente della Camera, Roberto Fico, e il suo omologo francese, Richard Ferrand, firmeranno un accordo di cooperazione tra i due Parlamenti.
TRATTATO DEL QUIRINALE: COSA SI SA (E QUALI DUBBI)
I temi trattati e anticipati finora nel Trattato del Quirinale sono diversi: esteri, difesa, migrazioni, sviluppo industriale ed economico, istruzione, futuro Ue, giustizia, giovani e tanto alto ancora. Il sostanziale “alone di mistero” che accompagna il Trattato non è stato pienamente accettato da tutti i partiti, con Fratelli d’Italia che in primis è scattato: «Tra pochi giorni sarà firmato un accordo importante, peccato che nessuno abbia ufficialmente visto il testo che impegna l’Italia – attacca la leader FdI Giorgia Meloni – non certo il Parlamento che non ne sa nulla. E no, non siamo tranquilli, visto che questo trattato è nato nel 2017 sotto il governo Pd, lo stesso del trattato di Caen con il quale l’Italia avrebbe ceduto, se Fratelli d’Italia non avesse sollevato lo scandalo, pregiate parti delle sue acque nazionali alla Francia». A stretto giro è giunta anche la replica netta dell’Eliseo: «Quanto si è letto sulla stampa italiana secondo cui questo Trattato andrebbe a rafforzare l’atteggiamento predatorio della Francia sull’economia italiana è completamente falso». La Presidenza Macron ricorda infine come l’accordo sia giunto grazie alla «ritrovata relazione franco-italiana di qualità eccezionale, con la grande vicinanza fra Macron e Draghi che si traduce in relazioni di fiducia e rispetto reciproco»; non solo, il Trattato favorirà d’ora in poi «la convergenza delle posizioni francesi e italiane e il coordinamento dei due Paesi in materia di politica europea ed estera, di sicurezza e di difesa, di politica migratoria, di economia, insegnamento, di ricerca, cultura e cooperazione transfrontaliera». Quello che l’Eliseo e Palazzo Chigi vogliono ottenere da questo Trattato, concludono dalla Francia, «è vedere la realtà delle cifre e della complementarietà economica franco-italiana, gli esempi di STMicroelectronics e di Stellantis. Quello che vorremmo creare non è del timore, ma una vera cooperazione reciprocamente vantaggiosa e questo è lo scenario che il Trattato del Quirinale proporrà». Come ha spiegato in esclusiva al “Sussidiario.net” Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano, il Trattato del Quirinale «il cui testo non è stato visto da nessuno, di cui non si può parlare, ma che si sa sarà comunque firmato. Tutto legittimo. E la ratifica? È allora che si giocherà il ruolo del parlamento? Si crede che tutti i trattati debbano passare per il parlamento e il parlamento abbia il controllo totale sul potere estero del governo. Non è vero». Sempre per il nostro quotidiano oggi Leonardo Tirabassi invece riflette sul fatto che «Il Trattato del Quirinale è un patto importante, che può ridare all’Italia un ruolo in Europa e nel Mediterraneo. Ma molto dipende dalle mire di Parigi».