Un tampone molecolare unico per diagnosticare Covid e bronchiolite, quest’ultima determinata dal virus respiratorio sinciziale, letteralmente esploso in queste settimane tra i più piccoli. La scoperta è stata fatta dal team del laboratorio di Immunologia del Meyer di Firenze, guidato dalla professoressa Chiara Azzari. A intervistarla è stato l'”Huffington Post”, ai cui microfoni l’esperta ha asserito: “Abbiamo fatto tesoro della lezione che ci è stata impartita dalla pandemia e abbiamo imparato quanto sia importante avere dalla propria parte il fattore tempo. Riuscire a scoprire immediatamente i casi positivi con il tampone effettuato all’ingresso in ospedale ci permette di organizzarci al meglio e di proteggere i bambini che non hanno contratto l’infezione”.
Un sistema, questo, che potrebbe permettere di arrestare la corsa del virus respiratorio sinciziale, che nel recente periodo ha colpito anche Vittoria, la secondogenita di Fedez e Chiara Ferragni, e che nei bambini più piccoli determina il ricorso all’ossigeno in alti flussi o al casco. Oltretutto, nel 20% dei casi occorre la terapia intensiva e il bimbo ha bisogno di essere intubato.
COVID E BRONCHIOLITE, BASTA UN TAMPONE PER DIAGNOSTICARE ENTRAMBI
Il virus sinciziale, come approfondisce ancora l'”Huffington Post”, anche nell’anno corrente ha cominciato a fare le sue prime apparizioni nel mese di ottobre, con un autentico boom di ingressi al Dea e un incremento significativo dei ricoveri, anche in terapia intensiva. La professoressa Azzari: “In passato avevamo 30-40 bambini ricoverati ogni mese. Quest’anno, solo in questa porzione del mese di novembre, ne abbiamo ricoverati 130, il che significa quattro volte in più rispetto alla media”.
Peraltro, il pediatrico Meyer, sotto la guida della dottoressa Azzari, è stato autore di un’altra importante scoperta; infatti, in piena pandemia, il laboratorio ha ideato Uffa, kit che consente di effettuare un auto tampone nasale. In particolare, “attraverso questo sistema, tutti gli operatori hanno potuto monitorare costantemente la loro negatività al virus, mantenendo al sicuro i bambini ricoverati”.