Per l’Italia è arrivato il momento di eleggere una donna al Quirinale: questo il giudizio di Massimo D’Alema. In un editoriale per la rivista “Fondazione Italianieuropei”, come riportato dai colleghi di Huffington Post, l’ex premier ha fatto il punto della situazione sulla politica italiana, tra il lavoro del governo guidato da Mario Draghi e la corsa al Colle sempre più imminente…
«La vigilia del voto per il tredicesimo presidente sembra essere particolarmente sofferta e incerta», ha esordito Massimo D’Alema, spiegando che è anche per questo motivo che le manovra sono iniziate con tanto anticipo, introducendo incognite in un momento delicato per il Paese. Un peso rilevante è dato dall’incertezza del quadro politico e dei rapporti di forza, ha aggiunto, e «anche per questo vengono avanti ipotesi confuse, ma comunque velleitarie e preoccupanti, di una elezione del presidente della Repubblica che segni una forzatura istituzionale nel senso del presidenzialismo».
Massimo D’Alema: “È il momento di eleggere una donna al Quirinale”
«La mia convinzione è che il riferimento debba essere la Costituzione, quella che c’è e non quella che viene inventata nelle dichiarazioni, nelle interviste e negli editoriali»
, ha proseguito Massimo D’Alema nel corso del suo intervento,ricordando che negli ultimi 25 anni il Centrosinistra ha espresso i presidenti proponendo personalità accettate come punti di riferimento al di sopra delle parti: «Oggi il quadro appare più incerto e non vi è alcuno partito né alcun leader che possa proporsi come “demiurgo” di questa elezione. È evidente che occorre un dialogo tra le maggiori forze politiche per individuare, anche eventualmente al di fuori dell’impegno istituzionale, personalità che abbiano qualità e prestigio per assolvere ai compiti del capo dello Stato». Massimo D’Alema ha dunque invocato un cambio di passo, con l’elezione di una donna al Quirinale: «Io ritengo che ve ne siano e penso che sarebbe una scelta importante se dopo settant’anni di storia repubblicana il Parlamento si mettesse in grado di eleggere una donna al ruolo più alto di garante della democrazia. Non si dovrebbe sottovalutare il valore di questa indicazione che rappresenterebbe, a mio giudizio, una potente spinta a una valorizzazione in tutti i campi delle energie femminili, questione questa che continua a rappresentare la sfida più importante per la crescita civile e lo sviluppo economico del nostro paese».