Definire Bobby Solo l’Elvis Priestley italiano (il suo vero nome è Roberto Satti) non è poi così azzardato. Sin da ragazzo ha infatti mostrato una particolare predilezione per il rock, anche se quel periodo per molti poteva sembrare quasi coraggioso (il riscontro maggiore lo avevano i brani più melodici). Lui, invece, si è mostrato determinato ed è andato avanti per la sua strada, anche in termini di look: nelle sue prime esibizioni, infatti, amava presentarsi con abiti dai colori accesi e un ciuffo inconfondibile, che ricordava appunto l’artista americano.
La determinazione è stata sempre un tratto distintivo del suo carattere e lo ha spinto sin da ragazzo a imparare a suonare la chitarra con l’obiettivo di strada come cantante. E i risultati non sono mancati.
Bobby Solo: una carriera di successi
A distanza di diversi anni dal suo esordio nel mondo della musica Bobby Solo non può che essere riconoscente Vincenzo Micocci, grazie a cui ottiene a inizio anni ’60 il suo primo contratto con la Dischi Ricordi. Il suo primo album, dal titolo “Ora che sei già una donna/ Valeria” esce proprio nel 1963. Già l’anno successivo decide di affrontare una platea importante come quella del Festival di Sanremo, dove si presenta con uno dei suoi brani simbolo, “Una lacrima sul viso”, in coppia con Frankie Lane. Due anni dopo è nuovamente all’Ariston e ottiene la vittoria “Se piangi, se ridi”. A questo seguono molti altri successi: “Non c’è più niente da fare” (1966) e “Zingara” (1969) interpretato a Sanremo nel 1969 con Iva Zanicchi.
Un periodo di alti e bassi caratterizza la sua carriera negli anni ’70, ma l’artista di origine friulana riesce comunque a rifarsi negli anni ’80. Nel 1980 torna nuovamente in gara nella città dei fiori, dove sarebbe poi tornato nel 2003 con “Non si cresce mai” insieme a Little Tony.
Il suo nome d’arte
Forse non tutti sanno quale sia l’origine del suo nome d’arte. Il padre non era un grande amante della musica rock ed era contrario all’idea che il loro cognome venisse associato a un genere musicale così discusso per l’epoca. Nel momento in cui si è poi presentato alla Dischi Ricordi lui aveva così riferito alla segretaria di volersi chiamare solo “Bobby”, concetto che lei però ha compreso solo in parte e che ha portato poi allo pseudonimo con cui oggi lo conosciamo.