Se proprio l’obbligo vaccinale non si riesce ad importo per legge, allora vada per il “Super Green Pass” anche al lavoro: è questo l’indirizzo dato dal leader degli industriali Carlo Bonomi, nella nota pubblicata in serata.
«L’unico strumento che abbiamo a disposizione è il Green pass. L’abbiamo sostenuto e sull’evoluzione, cioè sul Super Green pass, noi riteniamo che debba essere per tutti, anche per i luoghi di lavoro», spiega il Presidente di Confindustria, specificando che come categoria degli industriali si sono sempre battuti (e continuano a farlo) per ottenere l’obbligo vaccinale in tutto il Paese. «Ma prendo atto che c’è una difficoltà politica a trovare una sintesi», conclude Bonomi lanciando una piccola “frecciata” all’esecutivo. Intanto il Viminale, in vista dell’ingresso in vigore delle norme sul Green Pass rafforzato da lunedì 6 dicembre, fa sapere – contrariamente alla prima stesura del testo – che per mense e servizi catering continuativo non servirà l’obbligo del pass “rafforzato”.
CONFINDUSTRIA VUOLE L’OBBLIGO VACCINALE
Bonomi come del resto buona parte degli imprenditori delle grandi aziende italiane, hanno sempre visto di buon occhio l’utilizzo di un pass sanitario per evitare di dover tornare all’incubo delle chiusure e dei lockdown “minacciate” dalle autorità sanitarie senza un’adeguato numero di vaccinati. Ancora ieri, intervenendo a Brindisi ad un evento di Confindustria, Bonomi spiegava «come è strutturato oggi, il super green pass non ci convince molto, perché più metti delle particolarità all’interno dell’applicazione più diventa difficile applicarlo. Quindi, credo che bisogna prendere atto che c’è una recrudescenza dei numeri e andare verso un obbligo vaccinale, con tutte le difficoltà che ne conseguono, a partire dal ‘come lo rendi obbligatorio”». Il Presidente degli industriali sostiene che si debbano prendere ora «scelte coraggiose» che al momento «stentano però a vedersi. Bisogna fare delle scelte di medio-lungo periodo, perché parliamo di una battaglia di medio e lungo periodo, una battaglia sanitaria, economica. Purtroppo vedo una battaglia delle bandierine. Non è questa la strada giusta».