IL PRIMO DISCORSO AL CONGRESSO USA DEL PRESIDENTE TRUMP: LA DIRETTA MONDIALE 1 MESE E 20 GIORNI DOPO L’INSEDIAMENTO
Non è consuetudine del Presidente degli Stati Uniti tenere un discorso “sullo Stato dell’Unione” durante il proprio primo anno di residenza alla Casa Bianca, semmai è previsto per il secondo, terzo e quarto anno di Presidenza. Eppure Donald Trump nella serata americana del 4 marzo 2025, ad appena un mese e 20 giorni dall’insediamento, farà il suo (secondo) esordio davanti al Congresso di Capitol Hill con un discorso in diretta tv mondiale che toccherà i tanti dossier aperti dalle prime, scoppiettanti, settimane alla guida del Paese.
Sebbene complicato da seguire per il pubblico italiano, il discorso delle ore 21 a Washington – saranno le ore 3 del mattino di mercoledì 5 marzo 2025 – sarà trasmesso dai principali canali alla news, oltre al video streaming integrale in diretta sul canale ufficiale della Casa Bianca. Un mandato che si prospettava “tumultuoso” e che in queste poche settimane tra decreti esecutivi, dazi (a Messico, Canada e Cina), trattative per la pace (in Ucraina e Medio Oriente) con toni negoziali fortissimi, e poi ancora abolizione di politiche green e woke, sta pienamente rispettando il grado di “choc” rilanciato in campagna elettorale contro Biden/Harris.
I sondaggi negli Stati Uniti danno piena concordanza tra l’elettorato americano e le prime politiche messe in atto dall’Amministrazione Trump, specie per i toni “antinomici” e “politicamente scorretti”, piacciono agli americani che hanno scelto con ampia maggioranza la nuova Presidenza repubblicana. Dopo la baraonda sui dazi e dopo lo scontro in diretta mondiale con il Presidente Zelensky, i primi risultati in arrivo – specie sul fronte geopolitico, con il dietrofront di Kiev verso un possibile rapporto ricucito con la Casa Banca – Trump parla alla nazione e al Congresso, con l’occasione di presentare il piano fiscale-economico per i prossimi 3 anni di Presidenza, da circa 4.500 miliardi di dollari già promessi per lo sviluppo della “nuova” America.
“AMERICA IS BACK”: I POSSIBILI TEMI DEL (QUASI) PRIMO DISCORSO SULLO STATO DELL’UNIONE DI TRUMP
Con il semplice motto “America is Back”, il discorso in diretta video streaming del Presidente americano Donald Trump metterà al centro le vecchie e nuove proposte in campo economico: non solo, il tycoon farà il punto sugli intricatissimi piani di pace per l’Ucraina e la Striscia di Gaza, così come – riportano i media – potrebbe essere pronto ad annunciare l’accordo con Kiev per i minerali e le terre rare.
La conta dei possibili temi affrontati da Trump nel suo discorso sullo Stato dell’Unione potrebbe essere chilometrica, specie per quanta “carne al fuoco” esposta dallo stesso Presidente repubblicano in queste settimane: sicuramente nella coda dell’occhio abbiamo tutti l’incontro-scontro “show” di venerdì scorso alla Casa Bianca tra Zelensky e Trump, con l’evoluzione della “cacciata” del Presidente ucraino che già in poche ore sembra essere ridimensionata dopo l’ulteriore minaccia Usa di stoppare gli aiuti militari e le armi verso Kiev. Nell’annuncio fatto proprio oggi dal Governo Zelensky vi è la promessa di un accordo potenziale sulla pace, accettando i negoziati anche con la Russia pur di far finire al più presto la guerra nel Donbass.
Mentre si attendono evoluzioni dalla tregua Israele-Hamas, sempre più a rischio proprio dopo l’annuncio del piano di pace Usa (molto contestato) sul futuro di Gaza, è importante quanto sottolineato appena ieri dal Presidente americano in merito al terzo “fronte” potenziale di guerra futura, questa volta molto più a est. Nel giorno in cui i dazi contro il regime comunista cinese vengono avviati, scatenando una guerra commerciale non minima con Pechino, l’America di Trump conferma l’investimento di 100 miliardi di dollari della società taiwanese Tsmc per la produzione di chip e semiconduttori sul suolo americano. L’eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina, «sarebbe catastrofica», rilancia Trump appena prima del discorso al Congresso di questa sera.
Con atteggiamento negoziale che riduce al minimo i “canoni” classici della diplomazia, Trump si rivolge dalla Cina al Canada, dall’Ucraina al Medio Oriente fino alla stessa Europa, con il medesimo obiettivo: tornare a fare grande gli Stati Uniti, stringendo accordi bilaterali il più possibile e provando ad isolare le altre superpotenze globali. Dal discorso che terrà al Congresso Usa nella notte emergeranno le priorità effettive dell’Amministrazione repubblicana da qui al prossimo anno, tanto sul piano economico quanto su quello geopolitico internazionale, oltre che sulle prossime riforme interne degli Stati Uniti.