Il livello di allarme riguardante la variante Omicron sta crescendo. Lo stanno alzando le agenzie internazionali e ciò per il professor Alessandro Vespignani è legato alle «analisi di risultati che preliminarmente cominciano a circolare tra addetti ai lavori». Il fisico informatico, uno dei massimi esperti di epidemiologia computazionale, la scienza che studia il contagio, su Twitter ha spiegato che le agenzie di salute pubblica hanno mobilitato centinaia di scienziati e gruppi di lavoro che hanno cominciato ad elaborare analisi. «Questi risultati, giustamente e con senso di responsabilità, non vengono tutti diffusi sui media/social a meno che non siano definitivi e solidi», la premessa del docente della Northeastern University.
Dopo oltre una settimana ci sono analisi e dati preliminari da discutere con attenzione. «Purtroppo al momento molte di queste analisi, certamente da confermare, non hanno un segno positivo». Il professor Alessandro Vespignani sui social ha chiarito di non voler fare allarmismo. Si tratta della «valutazione del rischio epidemiologico che emerge dalla discussione di centinaia di scienziati di tutte le discipline, policy makers etc». Del resto la scienza è un processo collettivo.
“TROPPE MUTAZIONI IN POCO TEMPO”
«Assicuro, le agenzie non vedono l’ora di fare marcia indietro se emergeranno buone notizie (tutti ci speriamo e ancora mancano informazioni importanti). Per ora però è loro dovere convogliare la richiesta di “attenzione” che emerge dal lavoro della comunità scientifica», ha concluso il professor Alessandro Vespignani. Conferme in tal senso arrivano dallo scienziato che per primo ha sequenziato la variante Omicron, Sikhulile Moyo, secondo cui è preoccupante la velocità con cui ha accumulato così tante mutazioni. Questa velocità solleva domande anche su come si è evoluta questa variante.
Il direttore del Botswana Harvard HIV Reference Laboratory, nonché ricercatore presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, ieri in conferenza stampa ha spiegato che i virus non accumulato così tante mutazioni in un unico passaggio. «Stiamo ancora cercando di capire come sono sorte così tante mutazioni per omicron in un breve lasso di tempo. Se si guarda ai lignaggi precedenti, se si guarda ad alfa, se si guarda a beta, si può vedere che le mutazioni si sono accumulate nel tempo». Lo scienziato Sikhulile Moyo inizialmente pensava che la variante Omicron sarebbe stata debole, invece sembra in grado di replicarsi rapidamente ed eludere parti del sistema immunitario, causando un maggior rischio di reinfezione. Si attendono però anche riscontri sull’efficacia dei vaccini.